venerdì, Novembre 22, 2024

La Giornata Mondiale dell’Acqua

Ogni anno 842 milioni di persone muoiono a causa delle fonti idriche contaminate. Il problema infinito delle acque reflue. L’agricoltura è il maggior utilizzatore di acqua e deve farlo in modo intelligente. Papa Francesco: “Un bene che è di tutta l’umanità”

 

Oltre l’80 per cento delle acque rifluisce nell’ecosistema senza essere trattato o riutilizzato, mentre fonti idriche contaminate e scarsa igiene causano ogni anno la morte di oltre 842 milioni di persone. Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite pubblicato oggi in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Inoltre, secondo il rapporto, circa 1,8 miliardi di persone utilizzano fonti idriche contaminate rischiando di contrarre colera, dissenteria, tifo e poliomielite, mentre attualmente la maggior parte delle città dei paesi in via di sviluppo non dispongono di infrastrutture e risorse adeguate per affrontare la gestione delle acque reflue in modo efficiente e sostenibile.

Secondo il rapporto, “le acque reflue, una volta trattate, potrebbero dimostrarsi di enorme valore, in grado di soddisfare la crescente domanda di acqua dolce e di altre materie prime” a fronte di limitate risorse idriche e di un ecosistema fragile. Le acque reflue sono “una preoccupazione sanitaria e ambientale perché una percentuale consistente viene tuttora immessa nell’ambiente senza alcun progetto di raccolta o di trattamento, soprattutto nei paesi a basso reddito, che in media trattano appena l”8 per cento dei reflui domestici e industriali, rispetto al 70 per cento dei paesi ad alto reddito”.

Ricordando che fra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’Onu) c’è quello di dimezzare i quantitativi di acque reflue non trattate e di aumentare il riutilizzo di acque sicure, il report suggerisce “una migliore gestione riducendo l’inquinamento alla fonte, la rimozione delle sostanze contaminanti dai flussi di acque reflue, il riutilizzo delle acque depurate e il recupero di sottoprodotti utili”.  Secondo il Consiglio mondiale sull’acqua, inoltre, il costo totale dell’insicurezza idrica sull’economia globale è stimato in 500 milioni di dollari l’anno, cifra che cresce ulteriormente fino a raggiungere l’1 per cento del prodotto interno lordo (Pil) globale se a questo dato si aggiunge l’impatto ambientale. “C’è una necessità assoluta di aumentare la sicurezza idrica, che è un ingrediente essenziale per lo sviluppo sociale ed economico in tutti i settori”, ha ammonito il presidente del Consiglio mondiale sull’acqua, Benedito Braga. Il Consiglio chiede quindi a tutti i governi di focalizzarsi sui problemi legati alle risorse idriche e di stanziare una parte cospicua della loro spesa per garantire a tutto il pianeta l’accesso a fonti di acqua sicura, dal momento che attualmente il 12 per cento della popolazione mondiale non ha accesso a fonti di acqua pulita e che 3,5 milioni di decessi all”anno sono imputabili a malattie legate all’acqua.

Papa Francesco: Tutelare l’acqua come bene di tutti

“Tutelare l’acqua come bene di tutti”. Questo l’invito rivolto dal Papa, che durante i saluti ai fedeli di lingua inglese, dopo la catechesi dell’udienza generale di oggi, si è rivolto in particolare ai partecipanti al convegno “Watershed: Replenishing Water Values for a Thirsty World”, promosso dal Pontificio Consiglio per la cultura e dal Capitolo argentino del Club di Roma. “Proprio oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, istituita 25 anni fa dalle Nazioni Unite, mentre ieri ricorreva la Giornata internazionale delle foreste”, ha ricordato Francesco: “Mi rallegro di questo incontro, che segna una nuova tappa nell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi. Incoraggio in particolare il vostro sforzo nel campo educativo, con proposte rivolte ai bambini e ai giovani”, ha concluso il Papa.

Gentiloni: “Su risorsa idrica politiche pubbliche devono fare lavoro consistente”

Paolo Gentiloni

Quella relativa alla disponibilità di acqua sana e pulita, in relazione alla crescita dell’urbanizzazione, ai cambiamenti climatici e ai problemi dell’inquinamento che ne mettono a rischio la disponibilità, è “una sfida anche per noi in Italia, non ne siamo estranei”. Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, lo dice intervenendo alla conferenza nazionale sulle “Acque d’Italia” alla Camera dei Deputati. Certo, “partiamo da condizioni positive”, dice Gentiloni, ma subiamo anche una situazione di “perdite fisiologiche” nelle reti idriche e il nostro Paese “deve fare passi avanti nella depurazione, nel riuso, nella rigenerazione delle acque reflue”. Insomma, siamo un Paese “che ha risorse potenzialmente molto grandi, straordinarie per certi versi, che ha un’evoluzione nei comportanti tesi a minori sprechi – rileva il presidente del Consiglio – e che tuttavia da punto di vista delle politiche pubbliche deve fare una parte di lavoro consistente”. In tutto cio’ “venerdì dovremo nominare il Commissario di governo per la gestione della depurazione delle acque reflue – conclude Gentiloni- so che questa è con tutte le buone potenzialià che abbiamo una sfida aperta, che non possiamo certo sottovalutare”.

Realacci: Economia più sostenibile con la difesa dell’acqua

La difesa dell’acqua va di pari passo con la costruzione di un’economia sostenibile e più a misura d”uomo”, così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, intervenendo alla Conferenza nazionale ”Acque d”Italia” . Per Realacci, dunque, la difesa dell’acqua “incrocia l’innovazione, la legalità, la green economy. Sul fronte legislativo – sottolinea – abbiamo avuto la legge sugli ecoreati che contribuisce non poco alla difesa delle acque, dalle bonifiche al rischio inquinamento. La Camera ha recentemente votata alla unanimità la legge sulla cosmesi sostenibile, che nasce da una mia proposta. Un provvedimento che, una volta approvato, porterà l’Italia all”avanguardia vietando l”uso delle microplastiche nei cosmetici, microplastiche che si riversano nelle acque e nel mare causando non pochi danni. Ma il cuore della sfida – aggiunge Realacci – è l’innovazione produttiva che consente di aumentare la qualità e la competitività diminuendo i consumi. Accade, ad esempio, nelle ceramiche di Sassuolo o a Corropoli, nel teramano, dove i jeans vengono sbiancati usando un decimo dell’acqua solitamente usata a questo scopo”.

Olivero: In agricoltura utilizzo intelligente dell’acqua

“L’agricoltura è il maggiore utilizzatore della risorsa idrica, ma dobbiamo stare attenti a comprendere che l’utilizzo che ne fa è per molti versi intelligente e volto a non depauperare la risorsa stessa”. Lo ha detto il sottosegretario al ministero per le Politiche agricole e forestali, Andrea Olivero, intervenendo alla Camera alla Conferenza nazionale “Acque d’Italia”. Inoltre “contrasta la desertificazione e garantisce la tenuta idrogeologica del territorio”, ha aggiunto. L’agricoltura “è il comparto maggiormente resiliente nei confronti dei cambiamenti idrogeologici – ha proseguito Oliverio – ma non può essere la sola a farsi carico del contrasto a questi fenomeni. Abbiamo la necessità di avere strumenti e infrastrutture che possano garantire nel tempo l’approvvigionamento di risorse idriche.

Istat: In Italia acquedotti colabrodo, perdite del 38,2%

Gli acquedotti italiani disperdono in media il 38,2% dell’acqua immessa. Le perdite maggiori si hanno al sud: il 68,8% a Potenza, il 54,6% a Palermo. Sono alcuni dei dati di un rapporto Istat sulle risorse idriche presentato stamani nel convegno alla Camera organizzato in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua.   Ogni italiano secondo l’Istat consuma mediamente 245 litri di acqua potabile al giorno. Ogni famiglia italiana spende mensilmente 13 euro per la fornitura d’acqua e 10 euro per l’acquisto di acqua minerale. Per quanto riguarda le perdite negli acquedotti, dopo Potenza ci sono Campobasso (67,9%), Cagliari (59,3), Palermo (54,6) e Bari (52,3). Capoluogo di Regione più virtuoso è Milano, con solo il 16,7% di perdite. Seguono Aosta (24,5), Bolzano (26,5), Genova (27,4) e Torino (27,9).

Fao, le acque reflue sono un’opportunità per l’agricoltura

La FAO ha celebrato oggi la Giornata Mondiale dell’Acqua mettendo in evidenza “l’opportunità che le acque reflue trattate rappresentano per l’agricoltura e per una sicurezza alimentare e una nutrizione migliore. Nel mondo, la maggior parte delle acque reflue viene rilascia nell’ambiente senza essere trattata”, scrive la Fao in un comunicato. Il risultato è che, in diverse regioni del globo, acque contaminate vengono scaricate in fiumi e laghi da dove poi raggiungono gli oceani. Le acque reflue trattate e riutilizzate, tuttavia, possono rappresentare una soluzione conveniente e sostenibile al problema della scarsità d’acqua. “In agricoltura, dobbiamo utilizzare l’acqua in un modo più efficiente, produttivo, equo e più rispettoso dell’ambiente, senza compromettere la qualità – ha detto la Vice Direttrice Generale della FAO, Maria Helena Semedo – “dovremmo massimizzare il potenziale che le acque reflue rappresentano come risorsa valida e sostenibile”

 Avenali: investire su qualità, accesso, partecipazione

Cristiana Avenali

Secondo la consigliera regionale del Lazio Cristiana Avenali (PD), che è anche componente della Commissione Ambiente, “L’acqua è un bene troppo importante per non essere al centro dell’agenda e della riflessione politica. Oggi celebriamo la Giornata Mondiale dell’Acqua, e non possiamo non pensare al tema dell’accesso all’acqua e della sua qualità. Troppe persone, ancora non ne hanno a sufficienza, e nell’attuale contesto mondiale i cambiamenti climatici spingono a migrazioni forzate anche a causa della mancanza di acqua.” “Così – prosegue Avenali – diventa importante investire sul trattamento e la qualità delle acque. L’ONU ci ricorda ad esempio che, in un’ottica di economia circolare, anche le acque reflue possono costituire una vera ricchezza grazie alle tecnologie più innovative, mentre l’indagine di Legambiente presentata oggi evidenzia che il 25% degli italiani non ha un adeguato servizio di depurazione. Anche l’aspetto della scarsità della risorsa è imprescindibile, come è tornato recentemente ad evidenziare l’abbassamento preoccupante del livello delle acque nel Lago di Bracciano, dovuto alle eccessive captazioni ed anche ad una forte dispersione causata dalle perdite nella rete di distribuzione. Per questo dobbiamo mettere in campo politiche adatte, investimenti sulla depurazione e sulle reti e utilizzare strumenti di partecipazione come i Contratti di Fiume per migliorare la qualità delle acque ed intervenire per la salvaguardia e la riqualificazione dei bacini idrografici – spiega la Consigliera – che partendo dalle questioni ambientali promuovono la collaborazione tra attori locali pubblici e privati per uno sviluppo sostenibile. La Regione Lazio su questo tema ha fatto un lavoro molto importante culminato con l’approvazione della legge che ha introdotto i Contratti di Fiume nella legislazione regionale a dicembre 2016.” “Il 31 marzo la Regione Lazio ha organizzato un evento dal titolo “Parchi e Contratti di Fiume”, che si terrà a Roma e rappresenta uno degli incontri preparatori all’XI Tavolo Nazionale dei contratti di Fiume, che prevede interventi di altissimo livello con la partecipazione di esperti internazionali, nazionali e locali proprio per evidenziare e concretizzare il legame tra Parchi e Contratti di Fiume per la gestione della governance, della partecipazione, della qualità ambientale e per lo sviluppo di attività sostenibili.”

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