giovedì, Novembre 21, 2024
Attualità

Irrilevante per l’agricoltura la discussione sui “voucher”

Secondo la CIA – Agricoltori Italiani il settore ha altre priorità: serve flessibilità nei periodi delle grandi raccolte e nuovi strumenti per reperire manodopera specializzata.

“Sorprende l’energia che viene impiegata in questi giorni per difendere o per attaccare uno strumento assolutamente residuale rispetto alle ordinarie attività lavorative e che riguarda tipologie di lavoro non professionali, di scarso interesse per gli imprenditori agricoli”. Così il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, interviene nell’attuale dibattito sulle possibili modifiche ai voucher e sul quesito referendario che ne propone l’abrogazione e su cui la Consulta si pronuncerà l’11 gennaio.

“L’ennesima discussione sui voucher suggerisce una riflessione seria che vada oltre le polemiche e soprattutto oltre l’enfasi -continua Scanavino- L’impresa agricola ha due esigenze, ben più serie: da una parte l’esigenza di una flessibilità strutturata per tutte quelle tipologie di attività che non richiedono specializzazione ma che sono indispensabili visto l’ineliminabile andamento stagionale delle produzioni agricole. Stiamo parlando delle grande campagne di raccolta e dell’esigenza di avere strumenti normativi e amministrativi che consentano l’impiego intenso di manodopera, in un lasso di tempo molto breve e spesso anche non programmabile. Dall’altro lato -aggiunge il presidente della Cia- il reperimento di manodopera specializzata e qualificata. La strada per uscire dal tunnel nero di crisi profonda è, infatti, la specializzazione e l’innovazione. Solo così si possono abbassare i costi, ridurre gli sprechi, ad esempio dell’acqua, ottimizzare gli interventi e ridurre l’utilizzo anche di sostanze chimiche in difesa dell’ambiente”.

Da tempo la Cia chiede l’introduzione di un regime amministrativo e contributivo meno rigido, meno oneroso e semplificato per le attività stagionali agricole, come del resto già esiste in altri paesi europei. “Il voucher non è la risposta e mai lo abbiamo pensato -conclude Scanavino- ma resta la necessità di trovare soluzione ai veri problemi dell’agricoltura. Su questi, e non sul nulla, ci vogliamo confrontare”.

 

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