martedì, Dicembre 3, 2024
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Il riscaldamento globale minaccia la produzione di birra

di Gianluca De Angelis

Tra i tanti problemi climatici causati dal riscaldamento globale e che stanno aggravando la crisi alimentare mondiale, tra quelli a noi più vicini ora si affaccia una crisi preoccupante per la produzione di orzo, elemento base nella produzione della birra, la bevanda alcolica più diffusa nel mondo per volume di consumi. Il pericolo riguarda perdite sostanziali nei raccolti, con conseguenze rilevanti nella produzione della bevanda e soprattutto nell’inevitabile aumento dei prezzi.

Anche se questo scenario, apparso in uno studio su Nature Plants, è sicuramente meno drammatico di altri, dà comunque l’idea di quanto il riscaldamento globale possa influire a lungo andare sul nostro stile di vita.

Per i ricercatori dell’Università dell’East Anglia, che hanno condotto la ricerca, la siccità estrema e le ondate di calore potrebbero ridurre la produzione globale di birra persino del 16% (circa 29 miliardi di litri, cioè più o meno quella bevuta ogni anno negli Stati Uniti), nonché far raddoppiare i prezzi delle birre “medie”, prese come misura di riferimento essendo il tipo più frequentemente consumato nel mondo. Nella ricerca effettuata, il team di scienziati ha infatti simulato gli impatti di eventi climatici estremi dovuti al global warming in 34 aree del mondo e ha studiato come gli effetti sulle riserve di orzo si potrebbero ripercuotere sulla produzione di birra.

Soltanto il 17% dell’orzo mondiale, quello di migliore qualità, viene impiegato nella produzione della birra, mentre il resto è in gran parte riservato a mangimi animali. Per gli autori dello studio, sarà proprio questa frazione più pregiata a risentire maggiormente degli effetti del cambiamento climatico, perché in caso di necessità, per garantire la sicurezza alimentare mondiale i primi ad essere penalizzati saranno i beni di lusso.

Nelle previsioni più rosee, se il consumo mondiale calerà del 4%, i prezzi potrebbero aumentare del 15%. Chi risentirebbe maggiormente dei rincari sarebbero soprattutto i Paesi relativamente ricchi e consumatori storici di birra, come la Germania o il Belgio, dove, però, si è anche disposti ad accettare un prezzo più alto prima di diminuire i consumi. Nel quadro generale i cali di consumo maggiori si dovrebbero invece registrare nei Paesi che hanno “gradito” maggiormente la birra negli ultimi anni, come il Regno Unito o la Cina.

Ma se il problema nella produzione di orzo causato da calore, siccità e alluvioni, potrebbe influenzare le nostre abitudini alimentari, ben più gravi conseguenze potrebbero verificarsi a causa del surriscaldamento globale da qui al 2050, con una progressiva distruzione dei raccolti e una prevista morte per malnutrizione di mezzo milione di persone nei Paesi più poveri, alla base della cui alimentazione vi sono vari tipi di cereali a rischio.

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