domenica, Aprile 28, 2024
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IA, aiuto potente e temibile

Il Forum economico mondiale (WEF), noto anche come Forum di Davos, dal nome della cittadina svizzera che lo ospita, è una fondazione nata nel 1971 per opera dell’economista Klaus Schwab. La fondazione organizza ogni anno un incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare.

Da lunedì 15 a venerdì 19 gennaio si riuniscono oltre 60 capi di Stato e di governo e 2.800 leader economici per l’appuntamento che prevede oltre 200 sessioni di lavoro. Nel clima di forte incertezza che domina lo scenario globale il tema scelto per quest’anno è “Rebuilding Trust“, ricostruire la fiducia.

Intelligenza artificiale e cambiamento climatico sono due tra i temi più discussi degli ultimi mesi e anche due delle questioni che potrebbero essere decisive per il futuro dell’umanità e la terza giornata è dedicata proprio all’AI, al cambiamento climatico e ai conflitti.

Ingresso Centro Congressi Davos

Tra i molti intervenuti nei diversi panel di discussione in cui si articola la manifestazione, particolare attenzione ha ricevuto la partecipazione di Sam Altman, fondatore e ceo di OpenAI, la società che ha creato ChatGPT, uno strumento di elaborazione del linguaggio umano, potente e versatile, che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso.

E Altman non ha deluso le aspettative mettendo in evidenza i pericoli dell’utilizzo di una tecnologia così avanzata, parzialmente autonoma, e i benefici che invece ne potrebbero scaturire favorendo una sorprendente trasformazione.

L’Intelligenza artificiale «E’ una tecnologia molto potente e non sappiamo bene cosa possa succedere. Questo vale per ogni rivoluzione tecnologica. E’ facile immaginare che abbia un impatto massiccio sul mondo e che potenzialmente possa andare molto male. L’idea è di immettere questa tecnologia nel mondo e vedere come va, dare il tempo di sviluppare regole, di adattarsi, di capirne i rischi» ha detto Altman che ha spiegato di capire «il nervosismo che c’è verso di noi, ci dicono che il futuro è nelle nostre mani ma credo che il mondo sappia che i benefici possono essere talmente grandi che vale la pena andare avanti».

Sam Altman (CEO OpenAI)

Non ha nascosto però che ci sono anche dei rischi e delle incertezze ancora da comprendere a da definire. «E’ bene che le persone abbiano paura, possiamo imparare dalle lezioni del passato, come la tecnologia può essere governata e si possono fissare soglie di sicurezza», ha aggiunto Altman convinto che sarebbe sbagliato «non avere coscienza dell’importanza di quanto c’è in ballo, siamo nervosi ma crediamo che possiamo farcela. Il metodo è mettere la tecnologia nelle mani delle persone e vedere come convivono, come evolve». 

Le paure intorno all’IA sono fondate, dunque, e servono regole e attenzione per prevenire la possibilità che la situazione sfugga di mano. «C’è ancora tempo – ha precisato Altman – ma abbiamo mesi, non anni; però non va fermata. Ci può portare prosperità ma va regolamentata, il rischio che vada in modo sbagliato esiste. Una parte delle preoccupazioni sono corrette questa tecnologia è molto potente e non sappiamo bene cosa può succedere ma possiamo prendere delle precauzioni per renderla sicura».

Quello dell’IA è un campo dall’evoluzione rapida e vorticosa a partire dalle vicende interne di OpenAI da cui Altman, che ne è stato il fondatore nel 2015, è stato licenziato senza preavviso per poi, grazie anche alla solidarietà vistosa di tutti i dipendenti della società, rapidamente reintegrato dopo pochi giorni.

L’utilizzo della IA, già in atto in molti settori, provoca reazioni e opposizioni. Il FMI per bocca della direttrice generale Kristalina Georgieva ha lanciato un allarme proprio al Forum di Davos prevedendo che l’IA impatterà sul 60% dei lavori attuali provocando una profonda e indecifrabile trasformazione sociale.

Kristalina Georgieva (Direttrice Generale FMI)

Molti segnali già ci sono stati tra cui quello clamoroso della causa intentata dal New York Times contro OpenAI e Microsoft accusati di aver saccheggiato i loro archivi di articoli e notizie per immagazzinarli e addestrare le intelligenze artificiali, una sorta di training, per produrre poi articoli e servizi in modo autonomo e automatico. Scenari che mischiano effetti positivi, se pensiamo a quelli applicati alla medicina, alla ricerca scientifica, alla salvaguardia e la tutela della natura e dei beni culturali, e negativi se invece consideriamo quelli legati alla manipolazione dell’informazione, delle applicazioni militari, dell’impatto su milioni di posti di lavoro.

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