martedì, Dicembre 3, 2024
Agricoltura

Frutti antichi e…futuri da mettere in cassaforte

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Il 75% della diversità genetica tra le piante coltivate, secondo stime della FAO, è ormai scomparso per sempre, portandosi via chissà quante qualità, magari indispensabili per la nostra salute oltre che per il palato. Per rimediare in qualche modo a questa autentica sciagura, da qualche anno a livello mondiale si sta cercando di recuperare e mappare il germoplasma – cioè il materiale genetico – delle varie specie ancora esistenti. Siamo andati a visitare uno dei posti dove ciò avviene in Italia, il Centro di Ricerca Frutticolo del CREA a Fioranello, alle porte di Roma: banca del seme, ma anche laboratorio di sviluppo per nuove, interessanti specie fruttifere.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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