giovedì, Novembre 21, 2024
AgricolturaEXPO 2015

EXPO 2015 apre e l’emozione è tecnologica

E finalmente Expo2015 ha aperto. Puntuale, come promesso. Con qualche imperfezione, ma la corsa contro il tempo ha dato ragione all’impegno di migliaia di lavoratori che in men che non si dica (a novembre il cantiere – ricordiamo – era ancora una spianata acquitrinosa)  sono riusciti, magari con qualche sforamento di budget, in quello che è stato tosto ribattezzato “il nuovo miracolo italiano”.  Oggi – ha sottolineato  il Premier Matteo Renzi –  comincia il domani:

Expo2015, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”,  alle 10 in punto del 1° maggio ha così aperto le porte – o meglio i tornelli – pronto ad offrire per i prossimi sei mesi (fino al 31 ottobre p.v.) quel palco internazionale necessario a focalizzare l’attenzione di tutti  su uno dei temi clou che inquietamente riposa sul tavolo dei politici di tutte le nazioni del mondo: come nutrire un pianeta in costante accrescimento demografico – si stima che nel  2050 la Terra  sfiorerà i 9 miliardi di abitanti- senza esaurirne le risorse? Quali tecniche adottare? Come arginare l’erosione del suolo predato da colture a grande intensità che rischiano di renderlo sterile per sempre (sempre forse è una parola eccessiva, ma 500 anni – il tempo stimato di rigenerazione per il suolo  – è una misura che obiettivamente sfugge a qualsiasi dimensione di futuro accettabile), come frenare il costante inquinamento delle falde dovuto ai pesticidi o ai fertilizzanti che incidono negativamente sulla nostra salute?

A Milano, abbandonati per il progetto gli iniziali propositi di mostrare “sul campo” le tecniche di coltivazione e di trasformazione adottate da tutti i Paesi del mondo, Expo2015 ha puntato invece su alcuni elementi in grado di suggestionare a grande impatto tutta la popolazione mondiale, noi per primi:  Styling ( o bellezza, cosa in cui noi italiani siamo quasi imbattibili) e tecnologia.  Quasi a suggerire al mondo che l’esperienza tecnologica, la  capacità umana di intervento sulla trasformazione dei materiali, siano in grado di creare un nuovo sistema –  un nuovo rinascimento? –  per ottimizzare quello che la natura spontaneamente offre.

E a giudicare dalle cronache, oltre ad una sfilza di padiglioni dalla meravigliosa architettura, l’operazione sembra riuscita.

Con chiari riferimenti alla creatività plasmatica michelangiolesca abbiamo un sapiente mix, che diviene il simbolo di questa esposizione universale: l’albero della vita.

Per dovere di cronaca, segnaliamo un altro albero (fino ad ora) soprannominato della vita. E’ sempre a tecnologia italiana e, sfruttando l’accumulo di umidità notturna, immagazzina acqua potabile nei villaggi africani sprovvisti di questa risorsa:

Ma continuate a stupirvi:  la proiezione virtuale sembra una costante di EXPO2015.  Abbiamo, ad esempio, la salvia intelligente. Nel Padiglione Toscana questa pianta, collegata a speciali sensori, interagisce con chi la accarezza. A seconda dei gesti ricevuti illumina il soffitto con colori diversi:

E poi..il polpo robot.  Firmata dalla tecnologia della Scuola Superiore di S.Anna di Pisa, i visitatori possono toccare con mano i tentacoli di questa macchina che potrà esplorare per noi, con una precisione incredibile,  i fondali marini:

Presente, come dall’ altra parte dello specchio invece questo mix – forse poco riuscito ( ma siamo certi che è un errore?) –  rappresentato dalla statua, metà animale metà macchina, che campeggia davanti al padiglione della repubblica Ceca:

Magari apparentemente più in armonia con il tema della sostenibilità è  l’idea lanciata dal  padiglione svizzero, dove una scritta campeggia su 4 silos  giganti. Lo slogan “ce n’è per tutti?”  lascia poco spazio all’immaginazione.  Il contenuto dei silos – mele biologiche, caffè, acqua e sale –  può essere preso a man bassa da chi arriva. Ovviamente ci sono i primi e ci saranno gli ultimi …

 

Insieme a questa idea il padiglione di Berna ne ospita anche un’altra.  Al suo interno, fra i vari espositori c’è anche Syngenta, la multinazionale svizzera che insieme a Monsanto  è leader nella ricerca,  produzione e distribuzione di OGM. A suo favore  va precisato che Syngenta al momento,  a differenza di altri,  sembra essere anche molto attiva nella strutturazione dei convegni tematici sul tema della nutrizione:

Ma tornaniamo allo slogan d’oltralpe che non poteva che suggestionarci:  “ce n’è per tutti?”.   A dar ascolto ai dati appena diffusi da Coldiretti, sicuramente ce n’è abbastanza per i visitatori di Expo. Solo nei primi 3 giorni, oltre  650mila visitatori  hanno partecipato al banchetto multietnico presente all’Esposizione di Milano. Più di mille le tonnellate di specialità a disposizione.

Non senza qualche inconveniente:

Siamo sicuri però che l’innovazione può starci, decisamente, e fare bella mostra di sé.  Come la bianca foresta pietrificata che ricopre il Padiglione Italia, opera dell’ingegno di Italcementi.  L’azienda bergamasca,  già nota al mondo per il suo brevetto di cemento  “mangia inquinamento”  (attraverso il principio fotocatalitico TX Active il materiale è infatti capace di abbattere significativamente gli inquinanti presenti nell’aria), ha inoltre utilizzato per la colossale impresa di Milano cemento con materiale di riciclo per l’80%.

Ma cosa fare quindi a EXPO2015?

Ce lo illustra la guida social di EXPO, che individua almeno 10 cose da fare e da non perdere assolutamente.

In altre parole, Tu cittadino del mondo che sei venuto a questa esposizione “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, non puoi assolutamente lasciarti sfuggire:

  1. La corsa a perdifiato sul Decumano. Recita infatti la guida social di EXPO: “Correre dall’inizio alla fine del Decumano – ovvero il viale più lungo – a perdifiato, più veloce che si può. Come foste Anna Karina nell’incredibile corsa dentro al Louvre in Fino all’ultimo respiro. ( n.d.r Personalmente qui mi chiedo se gli organizzatori si siano chiesti cosa accadrebbe se duecentomila persone – tanti quanti sono quelli che visitano Expo – lo facessero realmente)
  2. Visitare in rapida successione i padiglioni del Regno Unito e della Germania. Verificate con i vostri occhi se è più spettacolare la danza dell’ape  (n.d.r  all’interno del padiglione Inglese questa danza è finta,  fatta da api bioniche) o l’alveare luminoso (presente nella struttura tedesca che ne ispira la struttura architettonica).
  3. Entrare a prendere una boccata d’aria fresca di montagna nel Padiglione dell’Austria (sembra uno scherzo ma è molto speciale). (n.d.r. queste ultime parentesi non sono nostre)
  4. Il Cluster Caffè.
    Ecco qui, come giornalisti un po’ ci si incupisce. Sulle ingiustizie legate al mercato internazionale del caffè sono state infatti spese fiumi di parole e milioni di immagini. I cluster di Expo dovrebbero offrire anche spazio a quei paesi che non hanno avuto la potenza economica di partecipare a questa grande fiera, ma così quest’ultimo viene promosso: “Vedere la più completa collezione di macchine da caffè del mondo nel cluster dedicato alla celebre bevanda. Ovviamente è una scusa. Il vero obiettivo è bere i caffé più incredibili, da i quattro angoli del pianeta (non troppi sennò diventate nervosi). Amen, aggiungiamo noi.
  5. L’albero della vita.
  6. Mele per tutti. La guida recita. “Fare man bassa di mele biologiche in uno dei quattro silos del fantasmagorico Padiglione Svizzero. Mentre arraffate a piene mani, riflettete per un istante sulla scarsità delle risorse presenti nel nostro pianeta”.
  7. Padiglione Zero. Un po’ vaga la descrizione ci – e vi –  affidiamo ai resoconti social:

8. Il padiglione del Brasile.
Qui, noi dobbiamo sottolinearlo,  la cosa che ha entusiasmato tutto il pubblico è potersi  arrampicare su una rete gigantesca per raggiungere l’ingresso principale:

  1. Il Padiglione del Cile. Descritto come il più bello di Expo
  2. La vista panoramica. Così cita la guida social : “Salire sulla collina Mediterranea e scorgere dietro di sé lo skyline della città di Milano e di fronte le Alpi. Tornati a casa, riguardare Miracolo a Milano. Viva Zavattini, viva DeSica!”

La guida social di EXPO 2015 offre altre cose “imperdibili” da fare a Milano e in Italia. La trovate, se siete social, qui di seguito:

Certo, lo ammettiamo:  la  visione sin qui offerta è sicuramente condizionata dalla mancata presenza all’evento di chi scrive (il mio accredito stampa, più volte sollecitato, pare si sia perso nei meandri di qualche archivio digitale). La tecnologia ci viene però in aiuto ed in un’Esposizione dove molto è virtuale, anche la narrazione può attingere, al pari di quello che viene proposto a Milano,  all’emozione “sensoriale”  che la tecnologia – in questo caso il  web – offre.

Così nel nostro tour virtuale, mentre attendevamo di intravvedere qualcosa che somigliasse ai nostri fantastici paesaggi, una foto su twitter ci è apparsa abbastanza veritiera della vita di campagna italiana. Assisi sotto una simil-pergola, si brinda smanicati al buon esito della manifestazione. (Bene il Franciacorta, peccato il cestello, molto raro sulle tavolate contadine)

Continuando la nostra visita virtuale, da ottimi internauti segnaliamo anche gli eventi messi a punto da Slowfood, in un padiglione certamente meno tecnologico, ma con tante piantine:

padiglione dove è presente anche un altro albero. Del cibo, questa volta:

E poi eventi e tavole rotonde sul cibo e sui diritti fondamentali legati ad essi.

Di seguito il link per chi non avesse twitter :

http://www.slowfood.com/expo2015/it/calendario-expo/

 

Sono comunque in molti coloro che rivendicano un’identità italiana che non sia legata solo a strutture architettoniche. Come quelli del padiglione Cibus, in rappresentanza della grande filiera agroalimentare:

Infine, eccolo uno dei veri cuori di questo maxi evento internazionale che ha voluto legare la sua intera formulazione ad un argomento così importante come quello dell’alimentazione per tutti.  E’ la fondazione Cascina Triulza che, trovata fra i padiglioni di questo bellissimo involucro, rende un po’ più #expottimisti anche noi.

Insomma, siamo certissimi che dopo la firma della Carta di Milano e a seguito di questa prima mega-sbornia multimediale iniziale dell’inaugurazione,  presto a EXPO2015 seguiranno i contenuti.

E noi saremo qui, anzi più probabilmente lì, per raccontarveli.

Cristiana Persia

 

 

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