Expo. L’olivicoltura umbra fiore all’occhiello del “made in Italy”
L’Umbria può essere considerata una delle aree olivicole più interessanti del Paese per l’alto livello qualitativo delle produzioni e per la stretta correlazione esistente con il tessuto economico-sociale e con i risvolti etici ed ambientali che ne derivano. L’olivicoltura umbra si caratterizza per essere rimasta ai margini dei processi di intensificazione colturale che hanno caratterizzato l’agricoltura negli ultimi decenni. Questa scelta, da una parte ha contribuito a rendere sempre più difficili e costose le operazioni di raccolta, dall’altra ha consentito il mantenimento del fascino e della forza della pianta secolare.
E’ quanto emerge dal convegno sulle filiere olivicole della regione Umbria organizzate da Unaprol per promuovere 200 aziende e 10 filiere della regione ad Expo 2015. In Umbria l’olivicoltura si estende su oltre 27.000 ettari con quasi 7,5 milioni di piante e 30.000 i produttori.
La coltura risente molto dell’alternanza produttiva e la forbice nella quale varia la produzione è molto ampia. Si producono mediamente dalle 5.000 alle 11.000 tonnellate di olio di pressione tra annata di scarica e di carica. Le varietà principali diffuse in Umbria sono Moraiolo, Leccino, Frantoio. Per il processo di trasformazione l’Umbria può contare su circa 270 stabilimenti di cui circa il 70% anche confezionatori, mentre la restante parte è artigianale o industriale. Nella regione è presente una sola dop “Umbria”, che comprende 5 sottozone, alle quali corrispondono altrettante menzioni geografiche: Colli Assisi Spoleto; Colli Martani; Colli Amerini, Colli del Trasimeno e Colli Orvietani.
I dati di vendita nella GDO (Iper + Super), relativi all’Umbria per l’anno terminante a settembre dello scorso anno, indicano che sono stati venduti circa 2,6 milioni di litri di extravergine, con un valore pari a circa 9,8milioni di euro, con una progressione del 4,5% rispetto all’anno precedente 2013. Il prezzo medio si è aggirato intorno ai 3,8 euro/litro ed il 78% dell’olio extra vergine è stato venduto in promozione. Gli oli bio e a denominazione mostrano un livello di vendite sicuramente più contenuto, con un prezzo medio che valorizza maggiormente gli oli a denominazione. Per il 100% italiano, sono stai venduti 175 mila litri, con un valore corrispondente a circa 1 milione di euro.
L’olivicoltura umbra ha una forte valenza paesaggistica; un’elevata immagine legata all’alto livello qualitativo delle produzioni, forte competenza degli olivicoltori che fanno della coltura una delle leve competitive del sistema economico agricolo della regione e del Paese.