Dalla natura un’arma per combattere l’inquinamento
Grazie a uno studio di CNR, CREA e ARIANET, da aprile sarà disponibile l’app android, open-source, indirizzata a pubbliche amministrazioni, professioni e cittadini, per scegliere gli alberi più adatti a pulire l’aria. Entro fine anno, AIRTREE sarà disponibile anche tramite web app, utilizzabile come una pagina Internet interattiva
L’aria delle nostre grandi città è sempre meno respirabile, ma un’arma efficace viene proprio dalla stessa natura. Secondo un recente studio fatto dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con quelli del CREA e della società di consulenza sulla qualità dell’aria ARIANET e pubblicato da “Atmosphere”– rivista internazionale pubblicata mensilmente online da MDPI, editore specializzato di tipo open access – il bagolaro, il platano comune, l’olmo siberiano e la quercia rossa sono le varietà con il più alto potere di assorbimento.
Gli alberi non catturano soltanto carbonio e restituiscono ossigeno, ma puliscono anche l’aria da altri inquinanti – ISPRA
Questi preziosi alberi non sono soltanto in grado di sequestrare il carbonio e restituire ossigeno, ma puliscono l’aria che respiriamo anche da altri agenti inquinanti. La ricerca ha studiato queste piante in due grandi città afflitte dal traffico urbano, Milano e Bologna, avvalendosi di un software messo a punto in precedenza dal CNR con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), AIRTREE, per monitorare lo scambio di sostanze fra gli alberi e l’atmosfera. I ricercatori, hanno integrato i dati forniti dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea con quelli forniti dal censimento del verde urbano dei due grandi comuni.
Sequestri di CO 2 e PM 10 nei due Comuni di Milano e Bologna – CNR
Tutti i parametri sono stati inseriti nel modello AIRTREE e sono state fatte delle simulazioni per calcolare la capacità di pulire l’aria da alcuni agenti inquinanti come anidride carbonica, particolato e biossido di azoto. Grazie a questo studio, entro il mese di aprile, afferma Alessandro Alivernini – uno dei ricercatori CREA che ha creato AIRTREE – sarà disponibile l’app android, open-source gratuita, indirizzata a pubbliche amministrazioni, professioni e cittadini, che consentirà di avere informazioni importanti sull’interazione delle specie arboree con l’ambiente urbano e sull’inquinamento atmosferico.
Il ruolo delle piante nella formazione di O3 (ozono) in presenza di NOx e luce in ambiente urbano (Carriero G.), da “Progetto di riqualificazione del territorio” – Istituto di Biometereologia del CNR
Entro fine anno, prosegue Alivernini, AIRTREE sarà inoltre disponibile tramite web app, utilizzabile come una pagina Internet interattiva. Sullo stesso portale (http://www-air-tree.eu) gli utenti potranno usufruire di un sistema di supporto decisionale per scegliere le specie forestali più adatte. La realizzazione di queste tecnologie, chiarisce il ricercatore, è supportata dalla Regione Lazio, con il progetto Tecnoverde e l’accordo Ossigeno, dal MASAF con il progetto AGRIDIGIT e dal Centro Nazionale per la Biodiversità.
320 milioni di euro Next Generation EU in tre anni per avvicinarci agli obiettivi dell’Agenda 2030 – MITE
L’NBFC è il primo Centro Nazionale di Ricerca sulla Biodiversità, coordinato dal CNR, con oltre 1500 ricercatori e 48 enti partner impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità. Istituito e finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Il Centro ha ricevuto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025 e svolge un’attività d’importanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
Logo National Biodiversity Future Center (NBFC)