Commercio: il cibo crolla sotto il peso della crisi, da inizio anno vendite alimentari a -1,3%
La Cia commenta i dati diffusi dall’Istat: un italiano su due ormai compra solo l’essenziale e, soprattutto, per 6,5 milioni di consumatori il discount è l’unica strada percorribile per risparmiare. Infatti le cattedrali del “low-cost” sono le uniche a crescere ininterrottamente da inizio anno (+2,2%), mentre crollano sia le botteghe (-3,1%) che i supermercati (-1,7%).
Doveva essere il settore più “resistente” ai colpi della crisi, dato che si può fare a meno di molte cose ma non del cibo, e invece anche il capitolo alimentare ormai da tempo è sempre più travolto dal crollo generale dei consumi degli italiani. Ad agosto le vendite dei prodotti alimentari sono precipitate giù del 3,7 per cento, registrando un tonfo più forte dei beni non alimentari, e nei primi otto mesi dell’anno hanno già archiviato una variazione negativa pari a -1,3 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat, evidenziando come la situazione economica delle famiglie si confermi critica: un italiano su due continua a comprare solo l’essenziale, rinunciando del tutto a sprechi e “sfizi” culinari nell’85 per cento dei casi. E soprattutto per 6,5 milioni di famiglie i discount sono diventati l’unica “via” praticabile per difendersi dalla recessione.
Dall’inizio del 2014, infatti, i discount sono l’unica tipologia di esercizio commerciale costantemente in territorio positivo (+2,2 per cento nel periodo gennaio-agosto), mentre continuano a perdere terreno sia i piccoli negozi (-3,1 per cento) che i supermercati (-1,7 per cento) e gli ipermercati (-1,5 per cento) -sottolinea la Cia-. E questo nonostante il moltiplicarsi di promozioni e offerte speciali, con quasi un prodotto su tre sullo scaffale “a sconto”.