sabato, Maggio 18, 2024
Attualità

Commercio estero: non sottovalutare i dati dell’export in Russia

 

Il presidente della Cia Dino Scanavino commenta il rapporto dell’Istat: bene la performance dell’agroalimengtare; è necessario rivedere la gestione delle crisi.

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“Il positivo trend dell’export italiano, sia verso il mercato Ue (+1,5%), sia verso i mercati extra-Ue (+2,2%), è certamente una buona notizia per l’economia italiana. Dati che trovano conferma anche in termini tendenziali, dove è l’alimentare a rappresentare una delle attività economiche più dinamiche con una crescita di oltre 13 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Buona la performance anche per l’agricoltura che, nei primi tre mesi dell’anno, vede aumentare le spedizioni a un ritmo percentuale più che doppio (+7,8%) se paragonato al totale delle merci esportate (+3,2%)”. Così Dino Scanavino, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta i dati sull’andamento del commercio estero diffusi dall’Istat.

“Nel primo trimestre del 2015 sul mercato europeo sono stati collocati 5,7 miliardi di euro di prodotti agroalimentari Made in Italy, di cui tre quinti venduti in Germania, Regno Unito e Francia -rileva Scanavino-. Oltre 3 miliardi di euro, invece, le vendite fuori dall’Ue con l’ottima performance degli Stati Uniti che hanno visto crescere le importazioni provenienti dall’Italia di prodotti alimentari del 20%. Ma accanto alle notizie positive -aggiunge il presidente della Cia- non possiamo sottovalutare quelle provenienti dalla Russia i cui effetti dell’embargo continuano a farsi sentire. Tra gennaio e marzo, le esportazioni delle aziende agricole italiane si sono pressoché azzerate (-83%) sul mercato russo, così come quelle dei prodotti alimentari che hanno dimezzato il loro valore (-45%). Un dato che, al di là di un’auspicabile revoca dell’embargo nei prossimi mesi, deve farci riflettere in prospettiva sull’importante tema della gestione delle crisi”.

Nel settore agricolo, ricorda Scanavino, l’esposizione al rischio assume una dimensione particolare in quanto la deperibilità dei prodotti rappresenta spesso un limite per le aziende in termini di capacità di adattamento alle dinamiche di mercato. “Crisi come quella russo-ucraina, oltre a causare perdite reddituali per effetto di mancate vendite, rischiano di ripercuotersi negativamente sui prezzi agricoli in seguito all’aumento di eccedenze di produzione. È necessario -prosegue il presidente della Cia- rivedere una volta per tutte le misure per gestire le crisi di mercato e per minimizzare i rischi delle imprese. Un’azione che deve essere attuata su due fronti. Innanzitutto in sede europea dove l’ultima riforma della Pac è stata deficitaria sul tema e gli scarsi risultati ottenuti negli ultimi anni ne sono la testimonianza. In secondo luogo in ambito nazionale attraverso iniziative che prevedano sia la messa a sistema degli attuali strumenti sia nuovi e più efficaci interventi”.

Al di là delle notizie negative dalla Russia, le performance delle esportazioni Made in Italy nel mese di marzo sono un importante segnale per il settore. “La crescita della domanda globale di cibo, unita all’aumento d’interesse dei consumatori verso prodotti ad elevato contenuto qualitativo e distintivo, rendono quella dei mercati internazionali la via principale di sviluppo per le aziende agricole”, conclude Scanavino.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari).

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