venerdì, Novembre 22, 2024
Ambiente

Cecil non è “solo” un leone

Chi non è proprio un teenager forse lo ricorda. Negli anni ’80 in preda al fascino consumista del Wildlife anche in Italia era abbastanza facile imbattersi in persone  che avevano deciso di adottare cuccioli – che sarebbero presto diventati adulti – di tigri, leoni, scimmie, pitoni spesso scarrozzati in roboanti SUV in giro per il centro della città come peluche vivi, al pari di altri piccoli animali domestici.

A mettere fine a questa inutile moda è arrivata una legge nel 1992 (la 150 del 7 febbraio) che, con altri successivi decreti a precisazione,  ha espressamente vietato ai privati sul  nostro territorio nazionale di possedere qualunque animale selvatico che potesse costituire un danno per la salute e la sicurezza delle persone o che rientrasse nelle categorie delle specie selvatiche protette (cosa concessa solo a strutture di ricovero attrezzate, a bioparchi e a circhi).

Tuttavia il commercio in questo ambito, complice probabilmente la facilità di interconnessione mondiale offerta dall’online, anche per ciò che riguarda la flora protetta, non accenna a diminuire.

I dati raccolti a livello internazionale dall’Osservatorio per la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES) mostrano infatti che le transazioni degli esemplari protetti, anche se eseguite con tutte le autorizzazioni e le tutele del caso, negli anni sono incredibilmente aumentate:

Cites

Per l’Italia i dati riferiti al 2014 (consultabili pubblicamente sul  sito trade.cites.org)  evidenziano che il nostro Paese ha importato  – ad esempio dal Botswana – parecchie parti di elefante: 4 orecchie, 12 zampe, 2 code, una pelle intera e ben 13 zanne. Dalla Bielorussia è stato invece fatto arrivare un pitone vivo. Dal Congo sono poi giunti in Italia circa 70mila metri cubi  di Afrormosia, un legno rarissimo con cui viene realizzato un pregiatissimo parquet (che supponiamo verrà calpestato forse da persone con scarpe d’oro)  e 3 tonnellate  di Prunus Africano, uno degli alberi alla base dell’alimentazione dei gorilla. Dalla Costa d’Avorio hanno invece raggiunto il nostro Paese  63mila metri cubi di un altro legno molto ambito per le sue caratteristiche che lo rendono quasi inattaccabile da insetti o agenti ambientali: la Cedrela odorata. La sua longevità lo rende ricercatissimo da parte dei costruttori di strumenti musicali,  ma questo pregio a lui gentilmente attribuito da madre natura lo ha invece paradossalmente messo a rischio estinzione.

Su tutto poi si sovrappone il traffico illegale. A livello internazionale si conta che dopo il traffico di sostanze stupefacenti e di armi, sia proprio la commercializzazione di specie animali e di flora protette la categoria su cui più si concentri la criminalità organizzata.

In Italia ad esempio i dati diffusi dalla Guardia Forestale per il 2014 evidenziano che nel contrasto al commercio illegale delle piante e degli animali tutelati dalla Convenzione di Washington sono stati accertati 167 reati (128 nel 2013) e contestati 140 illeciti amministrativi (265 nel 2013)

Nel 2014 il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro: 389 animali vivi (809 nel 2013;  963 animali morti o parti (1441 nel 2013); 500 Kg di anguille vive (600 nel 2013); 10 Kg e 62 pezzi di corallo (23 kg e 5 pezzi nel 2013).

Non sorprende dunque che la vicenda del leone Cecil, che pur sotto protezione, è stato ferito e braccato per oltre 40 ore nello Zimbabwe ed infine ucciso al termine dell’euforica caccia grossa del dentista americano, Walter Palmer,  abbia coinvolto – o forse sconvolto –  in maniera così accesa l’opinione pubblica, spronando nuovamente l’attenzione internazionale sul problema di strutturare una tutela più incisiva della biodiversità ambientale, la cui predazione ha assunto ormai connotazioni drammatiche.

La sensibilizzazione su questi temi sembra tuttavia essere l’unica azione vincente, impegnando tutti noi ad acquisti ed azioni che non abbiano impatti ambientali significativi sugli ecosistemi della Terra.

 

 

 

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