Castagne a gogò
Nella piccola cittadina di Manziana, a nord della Capitale, un intero paese si stringe intorno alla sua sagra più amata, quella della Castagna. Una festa, patrocinata dal Comune e dalla locale Università Agraria, dove il pubblico si perde in un mondo di profumi, colori e suoni respirando nuove emozioni
Il prossimo fine settimana, l’11, 12 e 13 ottobre tutti i rioni di Manziana saranno addobbati a festa per dare colore alla Sagra della Castagna locale, che coinvolge l’intero paese. Da venerdì mattina sino a domenica sera, un turbinio di bancarelle animerà il centro della piccola cittadina per 1 chilometro di percorso pedonale, mostrando il connubio tra folclore, tradizione e innovazione.
L’allestimento degli stand della Sagra nella piazza principale di Manziana – Associazione Sagra della Castagna locale
Aziende locali medio piccole, comitato promotore e Associazione della Sagra della Castagna locale, costituita ufficialmente nel 2008, hanno unito le forze per proporre il sapore autentico di questo frutto del territorio. Il prodotto, fra l’altro, si lascia alle spalle la terribile malattia del “marciume gessoso” che negli anni passati ha gravemente danneggiato la produzione dell’intero stivale, anche con gravi ricadute economiche.
Durante la Sagra tutte le strade della piccola cittadina sono addobbate a festa – © Archivio Civinini
Una volta le castagne erano considerate il “pane dei poveri” perché la farina che si ricava da questo frutto sfamava le popolazioni povere dell’Appennino centrale tenendole al riparo dalla famosa “pellagra”, causata principalmente dalla carenza di vitamine del Gruppo “B”. Malattia che in Italia fu debellata solo nella seconda metà del secolo XX. Questo frutto contiene proteine nobili simili a quelle dell’uovo e la sua farina è ricca di fibre capaci di favorire la motilità intestinale e persino di ridurre la colesterolemia.
Una volta le castagne erano considerate il “pane dei poveri” – Associazione Sagra della Castagna locale
Con questa iniziativa Manziana ogni anno rinnova il suo legame con la natura e la sua storia, non solo con escursioni guidate alla scoperta del grande bosco antico, che ricade nella Zona di Protezione Speciale, con l’associazione Archeo Natura, ma anche a tavola.
Il bosco di Macchia Grande, che ricade nella Zona di Protezione Speciale del “Comprensorio Tolfetano, Cerite, Manziate” – Università Agraria di Manziana
Saranno proposti piatti della tradizione, ormai quasi sconosciuti e che invece vale la pena di riscoprire, nei vari punti di ristoro curati dalla Pro loco e dalle associazioni locali come il Trentavecchio, in manzianese l’agrifoglio, la Fraschetta del Crognolo, cioè il corniolo gigante, dove si potrà gustare l’ottima zuppa autunnale di verdure con legumi e castagne o la bruschetta con crema di castagne, oppure dal Piccasorcio, il natalizio pungitopo, che sfornerà le sue succulente pizze. E non mancheranno i dolci tipici rigorosamente a base di castagne locali.
La Sagra offre tante buone ricette delle nonne e delle mamme a base di castagne – © Archivio Civinini
La kermesse sarà accompagnata da performance itineranti di artisti provenienti dalla regione che coinvolgerà anche gruppi musicali locali di estrazione diversa: dal folk, al rock ai canti popolari del centro Italia. Non mancheranno gli appuntamenti dedicati ai bambini come i Musei della Castagna, dove saranno raccontati mestieri, arti e usanze del territorio, e il gettonatissimo Ciclotto, la giostra ecologica a pedali.
Quest’anno l’offerta musicale apre a un nuovo stile, il Rebetiko, una musica popolare greca – Associazione Sagra della Castagna locale
La sagra, che si svolge con il patrocinio di Comune e locale Università Agraria, con il contributo del MASF per promuovere le iniziative locali di valorizzazione del settore agroalimentare, è stata organizzata unicamente secondo scelte ecosostenibili, perché come sosteneva Galilei “Le cose sono unite da un legame invisibile, non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella”.
Uno stand nel centro storico con farine e pasta di un’azienda agricola locale – © Archivio Civinini