Bioenergie, un grande potenziale per l’Italia
E’ questo il parere di un gran numero di esperti. I progetti della Ricerca di Sistema. Oggi il 5,6% della domanda di energia elettrica nel nostro Paese coperta con le biomasse
Il ruolo delle biomasse nel nostro sistema energetico è in crescita. Stando ai dati Terna-Gse relativi al 2017, le bioenergie coprono il 18% della produzione di elettricità da fonti rinnovabili e rispondono al 5,6% della domanda di energia elettrica del nostro Paese. Guardando al contesto europeo, l’Agenzia europea dell’ambiente stima che nel 2020 il 10% dell’energia utilizzata nell’UE verrà da biomasse. E l’Italia, insieme a Francia, Germania, Spagna e Romania, rientra tra i Paesi a più alto potenziale. Sono dati che spiegano l’interesse del mondo della ricerca per questo settore.
“Andiamo verso un contesto in cui prevale l’ibridazione di fonti di energia differenziate. Con l’utilizzo delle biomasse noi possiamo immagazzinare e stoccare energia sotto forma liquida e gassosa da utilizzare quando necessario”, sostiene ad esempio Patrizio Massoli, dell’Istituto Motori del Cnr. Le ricerche da lui illustrate si concentrano sull’ottimizzazione e sull’efficientamento del processo di conversione delle biomasse in biocombustibili sia liquidi che gassosi. Quindi dal pretrattamento delle biomasse alla produzione di combustibili di elevata qualità da utilizzare con buoni rendimenti anche nelle attuali centrali.
Tra i prodotti ottenuti dal Cnr, c’è da segnalare il bio-slurry, un biocombustibile liquido che ha fatto registrare ottime prestazioni e potrebbe essere utilizzato nelle centrali che attualmente utilizzano oli di origine fossile. Si tratta di finissime particelle di biomasse, ad esempio derivanti da microalghe, “sospese” in un liquido che può essere acqua, biodiesel ma anche olio di origine vegetale.
Un utilizzo estremamente promettente, e per certi aspetti più flessibile delle biomasse, è quello per la produzione di biometano in impianti di dimensioni piccole-medie. Luigi Mazzocchi, direttore del Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali di Rse (Ricerche di Sistema), illustrando gli scenari nel breve medio termine e le criticità da affrontare per sfruttare appieno questo potenziale, ha sostenuto che le prospettive sono allettanti: dalle biomasse derivanti dagli scarti (agricoli, frazione umida dei rifiuti urbani, fanghi di depurazione) si potrebbero già oggi ricavare circa 6 miliardi di tonnellate di biometano, una quantità pari a un decimo del consumo italiano di gas.