venerdì, Settembre 20, 2024
Punture di spilloUncategorized

Berlusconi, le Olgettine e le tante domande

È davvero stucchevole parlare ancora di Silvio Berlusconi. Ma le reazioni della sua parte politica e di una certa stampa “di curva” impongono di tornare sull’argomento per chiarire come stanno le cose.

Il Tribunale non ha assolto il Cavaliere. I giudici hanno detto un’altra cosa. Hanno detto che le Olgettine delle cosiddette “cene eleganti” erano imputate e non testimoni, per cui non potevano essere interrogate senza la presenza di un loro avvocato. Ecco perché le loro testimonianze non hanno, processualmente, alcun valore. Tutto qui.

Attenzione: i giudici non dicono se la corruzione c’è stata o non c’è stata. Dicono che non può essere provata.

Ma – per rimettere i puntini sulle i – è vero o non è vero che Berlusconi nell’ottobre del 2010, Presidente del Consiglio in missione a Parigi, telefonò di persona e di notte alla Questura di Milano per chiedere il rilascio di Ruby? Davvero credeva che fosse la nipote del Presidente egiziano?

È vero o non è vero che la ragazza, una minorenne di 17 anni, fu prelevata dalla consigliera regionale Nicole Minetti, nella vita igienista dentale, che poi l’affidò ad una prostituta?

È vero o non è vero che l’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni votò alla Camera, il 5 aprile 2011, la balla di Ruby nipote di Mubarak, e con lei oltre 300 deputati del centrodestra, fra cui anche l’attuale seconda carica dello Stato Ignazio La Russa?

È vero o non è vero che nessuno si pose il problema che una ragazza  che aveva una pagina Facebook dove si firmava Ruby Rubacuori, postava foto e chattava con chi la contattava forse non era quella che il Cavaliere assicurava fosse?

È vero o non è vero che i parlamentari del PdL si riunirono l’11 marzo 2013 sulla scalinata del tribunale di Milano per protestare contro i giudici del processo Ruby?

Qualcuno provi a rispondere a queste domande, che non vogliono riaprire un discorso sulle eventuali responsabilità di Berlusconi ma contestare la manipolazione dei fatti, anche di giornalisti che dovrebbero essere super partes, e del numero dei processi: 34 in tutto.

D’accordo, non sono pochi ma neppure i 136 che i fedelissimi si ostinano a sostenere! Tanto sul Cavaliere il Paese resta diviso tra chi lo ritiene – e sono molti – l’Uomo della provvidenza e chi il male assoluto, e anche loro sono molti.    

Autore

  • Pietro de Angelis

    Giornalista parlamentare collabora con importanti media nazionali. In Parlamento per oltre 40 anni ha seguito la storia politica del Paese, dalla prima repubblica ad oggi. Ha ricoperto l'incarico di caposervizio all'agenzia giornalistica Asca per la quale successivamente ha diretto, come redattore capo, il servizio politico-parlamentare.

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