domenica, Maggio 5, 2024
Agricoltura

A Cernobbio si punta sui giovani per il futuro dell’Agricoltura

Il ministro Gian Marco Centinaio interviene all’apertura del Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio e auspica che il settore primario insieme al Turismo possano presto diventare due dei pilastri della nostra economia

 

Il Ministro Gian Marco Centinaio

Nel corso della cerimonia di premiazione per gli oscar Green, evento inaugurale di apertura del XVII Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione promosso da Coldiretti in corso oggi e domani a Cernobbio in provincia di Como, la convinzione unanime – emersa nel corso di tutti gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata –  è stata che sia necessario puntare sui nostri giovani in agricoltura, che hanno già dimostrato di produrre quei prodotti e quei numeri che potrebbero garantirci un primato nel settore,  sia in Europa che nel Mondo.

Dopo anni di smantellamento sistematico del settore primario, qualcosa insomma sembra stare decisamente cambiando. Dall’impietoso detto “braccia sottratte all’agricoltura” per riferirsi a tutti coloro che mostravano incompetenza professionale,  l’attenzione dei più è adesso invece rivolta verso una rivalorizzazione  del comparto agricolo ed agroalimentare, che meglio di altri oggi  sembra  poter offrire prospettive alla nostra economia.

A conferma di un mutamento positivo nella percezione collettiva delle attività legate al settore primario basti pensare che in un’indagine condotta dal Censis in collaborazione con Coldiretti emerge che alla domanda: Cosa penserebbe se suo figlio/a decidesse di lavorare in agricoltura?  L’82,5% degli italiani ha risposto che sarebbe favorevole, mentre nel 1980 l’opzione di scegliere questo comparto non veniva nemmeno menzionata fra le possibilità di scelta dalle indagini di statistica.

Dell’importanza del settore ne è ovviamente convinto il Ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio che proprio a Cernobbio ha sottolineato la sua personale speranza che questo comparto insieme con quello del turismo possano presto diventare dei veri pilastri per la nostra economia. Serve grande sinergia fra tutti gli addetti di settore, investimenti infrastrutturali seri, senza la quale obiettivi come agricoltura 4.0 non possono che rimanere un miraggio, ha sottolineato dal palco Centinaio. Valorizzare le nostre eccellenze, le tradizioni che rendono il nostro patrimonio enogastronomico famoso nel mondo, puntando sulla tracciabilità e l’etichettatura “100% italiano”, sono azioni che possono trasformarsi in volano di sviluppo per tutto il nostro territorio che insieme agli elementi paesaggistici e artistici che, anche   grazie alla cultura del cibo, diventa così estremamente attrattivo sotto il profilo turistico, sia a livello nazionale che internazionale.

Secondo i dati diffusi dal Censis infatti, ogni anno in Italia almeno 38 milioni di persone partecipano a Sagre  del territorio, mentre sono 26 milioni coloro che fanno di una meta enogastronomica  la motivazione centrale del proprio viaggio. 23 milioni di persone partecipano poi ad eventi legati ad iniziative  degustative, mentre oltre 43 milioni di persone scelgono di fare la spesa ai mercati del contadino, prediligendo questa forma di acquisto non solo per la qualità di prodotto offerta, ma anche per la convivialità che queste forme di vendita offrono all’acquirente.

Puntare sui giovani quindi, si ribadisce a Cernobbio, i quali,  pur con percentuali di crescita sempre maggiore, continuano però ad essere relativamente pochi in agricoltura.

Secondo infatti i dati diffusi al Forum dal direttore di Ismea, Federico Borriello,  per ogni giovane under 40 impiegato in agricoltura il settore continua ad averne 5 over. Di contro le aziende condotte dalla nuove generazioni mostrano però di possedere una superficie superiore di oltre il 54 % rispetto alla media, un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati per impresa in più rispetto a quelle condotte dai più anziani.  Inoltre queste registrano anche plusvalenze per circa il 47% rispetto a quelle condotte dai colleghi nelle altre nazioni dell’Unione europea.

L’agricoltura, in particolar modo in questo periodo di crisi, ha mostrato quindi nel suo complesso di poter rappresentare una vera alternativa sul mercato del lavoro, con una produttività che è cresciuta del 16% rispetto alle perdite registrate dagli altri comparti che hanno segnato in media un -7%.

Una vitalità che è stata registrata ampiamente da un’indagine commissionata da parte dell’Istituto dei Servizi per il Mercato Agricolo ed Alimentare su un campione di cinque mila aziende.

E’ stato per esempio evidenziato che se alla conduzione c’è una nuova leva solitamente l’impresa di riferimento nel 20% dei casi si dedica alle eccellenze italiane, prediligendo prodotti Dop o Igp.

Le aziende più giovani procedono poi nel 41% dei casi alla vendita diretta dei loro prodotti, individuando in questa opportunità non solo un’occasione per accorciare la filiera aumentando i guadagni, ma anche per avere modo di conoscere direttamente il consumatore e poter instaurare un rapporto con questo, narrando la storia delle proprie  produzioni. Ovviamente l’indagine mette in evidenza che siano proprio i giovani la categoria che più pensa al futuro. Nel 50% delle loro imprese sono infatti presenti piani di investimento per i prossimi anni. Una cosa in cui le aziende trainate dagli under 40 riescono inoltre decisamente meglio rispetto alle altre. Gli istituti preposti concedono loro infatti credito nel 35% dei casi a fronte di un 19% ottenuto dalle aziende più anziane.

Rimane però per loro il problema dell’accesso al patrimonio fondiario. Secondo i dati diffusi, le terre in possesso delle giovani aziende nel 38% dei casi sono di proprietà di derivazione familiare, nel 50% vengono invece prese in affitto e nel 12% dei casi fruiscono di contratti di comodato d’uso o usufrutto.

E se pur si è cercato di arginare questo problema attraverso l’istituzione della Banca delle Terre, ha sottolineato il direttore Borriello, l’accesso alla risorsa principale –  il terreno agricolo –   per poter lavorare in questo settore è ancora il problema più grande che chiunque decide di intraprendere questa attività deve affrontare.

Nel frattempo proprio nel corso del suo intervento al Forum, il direttore dell’Ismea ha annunciato che,  grazie all’accordo recentemente siglato con il Mipaaft,  sono stati finalmente sbloccati i 70 milioni di euro per il fondo di auto imprenditorialità gestito dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare che saranno finalmente disponibili  già a partire dalla prossima settimana.

E’ un dato inoltre che anche  l’interesse per il comparto da parte delle nuove generazioni sia sempre più evidente. A sua conferma il fatto che le Università di Agraria segnino, in controtendenza con quasi tutte le altre Facoltà italiane, un aumento sempre più consistente del numero dei propri iscritti.  Saranno loro, concordano tutti i partecipanti al Forum, la nuova frontiera per cambiare questo settore.

Diventa sempre più importante, ha concluso il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, superare le vecchie concezioni che hanno ispirato finora le politiche in ambito agricolo ed agroalimentare,  andando oltre ad esempio a quelle le teorie che concentravano il proprio interesse sulla dimensione aziendale,   sostituendole invece con azioni e piani che si concentrino non tanto sull’aumento della produttività, quanto su quello della sostenibilità – sia sotto il profilo ambientale che lavorativo – delle imprese, indipendentemente dalla loro ampiezza.

Cristiana Persia

 

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