A Bergamo impegno del G7 contro la fame del mondo
Approvato dal vertice internazionale sull’Agricoltura una Carta programmatica con l’obiettivo di sfamare oltre 500 milioni di persone entro il 2030
Dopo il vertice delle Super Potenze di Taormina, i più grandi della Terra si sono riuniti di nuovo a Bergamo per un focus tutto dedicato alle questioni agricole, anche nell’intento di affrontare un problema con cui – nonostante l’opulenza delle nostre società – si confronta ancora ogni giorno quasi un miliardo di persone: la fame.
A chiusura del G7 agricolo, cui hanno partecipato i ministri e i rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Giappone, Canada, Regno Unito, Stati Uniti, Unione Europea, Fao, e il commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan, l’incontro ha prodotto un documento finale, la Carta di Bergamo, che evidenzia le azioni politiche da intraprendere nel prossimo futuro, con l’ambizioso obbiettivo di dare sollievo entro il 2030 ad almeno 500 milioni di persone che ogni giorno sul globo non riescono ad avere un pasto degno di questo nome.
Che la stabilizzazione del mercato agricolo sia nel tempo uno dei volani principali dell’economia di grandi macro aree geopolitiche è cosa che l’Europa sa molto bene, considerando l’indiscutibile successo avuto dalla politica agricola comune europea, caposaldo nel processo di sviluppo dell’Ue. La possibilità quindi di utilizzare in primis proprio lo strumento della cooperazione per cercare di risolvere l’approvvigionamento al cibo per un numero così elevato di gente sulla Terra è stato quindi uno degli elementi centrali del dibattito.
“La maggioranza delle parte persone che soffrono la fame vive in aree agricole” ha detto il ministro Martina che ha presieduto il vertice internazionale nella cittadina Lombarda. “Per questo – ha proseguito il titolare del Dicastero di via XX settembre – abbiamo deciso di aumentare gli sforzi per favorire la produttività sostenibile in particolare in Africa, attraverso la condivisione di buone pratiche per aumentare la resilienza e accompagnare lo sviluppo delle comunità locali”
Un impegno condiviso che è diventato anche il cuore della Carta di Bergamo, documento programmatico di chiusura di questo G7, che sfida tutte le Nazioni a risolvere con immediata urgenza alcune questioni prioritarie. Fra queste la tutela del reddito dei piccoli produttori, l’aumento della cooperazione agricola, l’impegno a rafforzare la trasparenza nella formazione dei prezzi, l’adozione di politiche per la tracciabilità delle derrate e, nei Paesi più sviluppati, l’adozione di norme e le azioni per ridurre le perdite di cibo e gli sprechi alimentari, sperperi che oggi coinvolgono un terzo della produzione alimentare mondiale, quanto basta – ricordiamo – per sfamare tutti gli altri.
Cristiana Persia