L’antico Borgo di Ceri tornerà a nuova vita
Il Comune di Cerveteri si è aggiudicato dalla DG Belle Arti e Paesaggio della Soprintendenza Archeologica dei Beni Culturali, per il suo progetto di risanamento, un finanziamento di oltre un milione e trecentomila euro
«Il Borgo di Ceri, insieme a quello del Sasso e alla rocca medievale di Cerveteri, costituisce un tesoro di valore inestimabile, che rende il nostro territorio unico», ha commentato l’approvazione del progetto di risanamento la sindaca Elena Gubetti. Il Comune di Cerveteri, infatti, ha partecipato al Piano Strategico, introdotto dal Decreto cultura per dare un punto di riferimento alla gestione agli interventi di tutela dal vasto patrimonio del Paese, con un progetto per il restauro della Porta Monumentale del Borgo di Ceri, per la messa in sicurezza del costone che conduce alla Piazza principale e per il miglioramento dell’accessibilità alla Porta Santa, abbattendo le barriere architettoniche, aggiudicandosi oltre 1 milione e 300 mila euro.
La via di Ceri però è chiusa dello scorso anno a causa di una frana e il sopralluogo della Sovrintendenza ha confermato la gravità del dissesto idrogeologico. L’intervento che mira a conservare la Porta Monumentale, forte elemento identitario, con la sistemazione del costone roccioso su cui poggia, dovrebbe mettere i cittadini al riparo dal rischio di frane e smottamenti. Il piccolo centro di Ceri sorge su un insediamento etrusco che era certamente parte integrante dell’antica città di Caere, l’attuale Cerveteri. Si accede al borgo fortificato da una strada scavata nella roccia, che sale a doppio tornante fino al centro della piazzetta dove sono visibili, ancora oggi, i resti di un edificio in opera laterizia, che testimoniano la continuità di vita del sito anche in epoca romana. Cerveteri era un luogo protetto dalla Santa Sede per l’importante produzione agricola e per la sua posizione considerata strategica per la difesa dai Saraceni.

Ceri vista dall’alto – DMO Borghi Etruschi
Papa Gregorio IX, citando Caere nova, ne indicava l’esistenza fin dal 1054. Infatti, nell’XI secolo, a causa della diffusione della malaria, l’antica Cerveteri (Caere vetus) fu abbandonata e la popolazione si trasferì a Caere Nova, l’attuale Ceri. Nel XIV secolo Ceri diviene un “forte et opolentus Castellum” della famiglia dei Normanni. Nel 1428 la proprietà va agli Orsini di Anguillara. Nei secoli seguenti si sono avvicendati molti proprietari: Cesi, Borromeo, Serra, fino a quando nel 1883 Alessandro Torlonia, acquista il luogo dagli Odescalchi, e l’antico castello è trasformato in villa con giardino all’italiana. Ci siamo aggiudicati i fondi per l’avvio del restyling, grazie soprattutto a un progetto di grande spessore, ha rimarcato Riccardo Ferri, vicesindaco di Cerveteri. Non si era mai visto un finanziamento e una progettualità di queste proporzioni per il Borgo di Ceri, anche se ha una rilevanza artistica e culturale straordinaria, e in quest’anno giubilare si è dimostrato molto appetibile non soltanto sul fronte del turismo di tipo religioso ma anche storico e naturalistico, ha detto.

La roccaforte di Ceri – Comune Cerveteri