A tavola con gli antichi Romani
Sul litorale dell’antica Caere Vetus, l’odierna Cerveteri, il locale Gruppo Archeologico, insieme all’associazione culturale SPQR, torna a proporre un banchetto di 2000 anni fa, accompagnato da narrazioni e giochi gladiatori. Sarà un viaggio nella storia della nostra alimentazione, fatto con la consulenza dello storico Giorgio Franchetti
Con l’arrivo dell’estate, nella suggestiva atmosfera di una villa sul litorale etrusco, a nord della Capitale, il prossimo 22 luglio tornerà la “cena antica Roma”, basata su ricette ricostruite da autori latini come Apicio, Catone, Orazio e molti altri. La propone il locale Gruppo Archeologico Cerite (GATC), che con i suoi volontari ha contribuito riportare alla luce, sul litorale pyrgese, insieme a un’equipe di ricerca internazionale, una fortezza romana di oltre duemila anni fa.
Il sito di Castrun Novum – Gatc
L’archeo-cena sarà organizzata da esperti del settore, e il menù sarà curato da Cristina Conte, appassionata di ricette dell’antichità e presidentessa dell’associazione di rievocazione storica SPQR. Non si tratterà di un semplice banchetto ma di un vero e proprio salto indietro nel tempo alla scoperta di cosa mangiavano i nostri antichi antenati, fatto con la consulenza storica del professor Giorgio Franchetti, che ha pubblicato studi autorevoli sull’alimentazione antica.
Particolare copertina di “A tavola con gli antichi Romani” di Giorgio Franchetti – Edizioni Efesto
Insomma, sarà un viaggio nella storia dell’alimentazione molto intrigante anche perché i Ministeri dell’Agricoltura e della Cultura hanno lanciato la candidatura della “cucina italiana” a patrimonio immateriale dell’umanità. S’inizia con la “patina”, una sorta di omelette con torsi di lattuga, garum, caroenum (succo d’uva concentrato), olio d’oliva, pepe e uova. L’antipasto proseguirà con pane cibario all’epityrum, preparazione a base di olive che risale all’epoca imperiale, pasticcio apiciano e pane candidus con uova ellisse.
Una tavola imbandita con alcuni alimenti dell’antica Roma – FB SPQR
Come primo patto saranno servite le “lagane” di Orazio – se ne trova menzione nel “De re coquinaria” di Apicio – con cui il poeta era solito terminare le sue passeggiate serali. Per secondo l’archeo-cuoca proporrà maiale in crosta con fichi e pollo in salsa, accompagnati da acetarie, cioè verdure. La cena finirà con il savillum ai semi di papavero e miele, un dolce goloso di cui parlava Marco Porcio Catone, più noto come il Censore, nel “De agri cultura”, che in pratica è l’antenato della nostra cheesecake. Tra una portata e l’altra ci saranno intermezzi narrativi e come in un vero banchetto di 2000 anni fa giochi gladiatori, ricostruiti filologicamente dagli atleti dell’associazione culturale SPQR.
La cena antica Roma sarà organizzata in collaborazione con l’associazione SPQR – FB SPQR
Sarà un modo per scoprire che l’alimentazione è sempre stata una filosofia di vita al punto che nell’antichità la dieta arcaica dei primi romani, costituita solo di alimenti essenziali, fu elevata a canone morale, in contrapposizione alla rilassatezza totale dei costumi lamentata da molti in epoca imperiale. Non tutti però furono d’accordo con quella “parsimonia veterum” elogiata da Seneca. Plauto, per esempio, ne parlava sarcasticamente come “una cosa orribilmente benefica”, spiega Franchetti nei suoi testi. Furono gli odiati etruschi, scrive il professore, con la loro ricca economia a portare sulle mense di chi se lo poteva permettere una più larga varietà di cibi, fra cui carne d’allevamento e selvaggina, capaci di garantire l’apporto proteico necessario alla dieta vegetariana.
Particolare copertina di “A tavola con gli Etruschi” di Giorgio Franchetti – Edizioni Efesto