Un Biodecalogo per spingere la transizione agroecologica
Lo hanno presentato le Associazioni del bio per indirizzare su un efficace utilizzo dei 3 miliardi destinati allo sviluppo dell’agricoltura pulita. Aiab, Assobio, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Federbio: “La vera sostenibilità non può che partire dal bio”.
Un biodecalogo che punta ad accelerare la transizione agroecologica applicando pienamente le norme della legge approvata a inizio marzo e nello stesso tempo fornire al Paese una ’riserva strategica’ agricola che permetta di fronteggiare le varie crisi che hanno colpito le nostre società, da quella climatica alla pandemia, fino alla guerra. Lo hanno presentato le Associazioni del biologico (Aiab, AssoBio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio) nel corso del convegno “E’ l’ora dell’agricoltura Bio, una risorsa strategica per uscire dalla crisi” organizzato a Roma con la partecipazione del Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, del sottosegretario Francesco Battistoni e dei parlamentari che si sono impegnati per l’approvazione della recente legge sul biologico.
La legge sul biologico – è stato sottolineato nel convegno – prevede il marchio del “Made in Italy Bio” che può favorire la realizzazione di filiere di bio 100% nazionale e al giusto prezzo, per valorizzare la qualità italiana e affermarla verso l’export; il riconoscimento dei distretti biologici per territori dove è il biologico il modello di produzione di riferimento e che costituiscono un’opportunità strategica per le aree interne e le aree naturali protette. Inoltre, la legge ha aperto la strada a innovazione, ricerca, formazione degli agricoltori per favorire la conversione al biologico, e la comunicazione e informazione dei cittadini per sostenere l’aumento dei consumi dei prodotti bio.
Ma ora si tratta – hanno rimarcato le associazioni del biologico – di dare gambe agli obiettivi stabiliti dalla legge, attraverso la definizione del Piano d’azione nazionale del biologico previsto sia dalla legge che dal Piano Strategico Nazionale della Pac, in un momento decisivo, visto che, a partire dalla fase attuale e fino al 2027, saranno messe in campo una notevole quantità di risorse per favorire lo sviluppo del biologico. Si tratta di investimenti importanti che complessivamente ammontano a quasi 3 miliardi di euro, considerando i finanziamenti contenuti nel Fondo per il biologico, nel Pnrr e nel piano strategico nazionale della Pac. Il rischio – osservano le associazioni del settore – è che questi importanti risultati siano messi in pericolo da posizioni obsolete, ignorando quanto emerge dalla comunità scientifica e dagli organismi internazionali. Infatti, di fronte alle difficoltà di approvvigionamento poste non solo dalla crisi ucraina ma da quella climatica, ritornano in auge richieste come quelle di tagliare le imposte sui fertilizzanti chimici di sintesi, indebolire le procedure di autorizzazione sui pesticidi, utilizzare Ogm vecchi e nuovi e sospendere gli obiettivi al 2030 della Farm to Fork: 25% della superficie agricola destinata al bio, taglio del 50% dei pesticidi utilizzati, 10% della superficie dei campi destinata allo sviluppo della biodiversità.
A una visione innovativa per il futuro guarda invece il biodecalogo messo a punto dalle associazioni del biologico. I dieci punti fermi per favorire lo sviluppo del biologico partono dalla necessità di Filiere di Made in Italy Bio fondate sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori. L’elenco prosegue con Fiscalità ambientale e crediti di imposta per i costi di certificazione per abbattere i prezzi al consumatore senza costi aggiuntivi per le imprese; Distretti biologici per favorire sistemi locali di produzione e consumo e valorizzare il territorio rurale a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette; Incentivazione delle imprese agricole che integrano attività agricole, zootecniche e forestali, capaci di favorire la biodiversità e chiudere il ciclo dei nutrienti; Ricerca, innovazione, formazione e consulenza per supportare gli agricoltori e i territori nella transizione al bio; Sviluppo della ristorazione collettiva attraverso organizzazioni di prodotto e strumenti adeguati d’informazione e consulenza; Comunicazione e campagne d’informazione ai cittadini per conoscere i valori del bio e favorire l’aumento dei consumi di biologico; Innovazione digitale e piattaforma di tracciabilità unica in favore di consumatore; Semplificazione burocratica; Obbligo del biologico in aree protette ed Efa
“Il cibo del futuro è il biologico – dicono i presidenti delle associazioni del bio – La legge finalmente approvata grazie all’impegno di molti parlamentari, delle nostre associazioni e di quelle ambientaliste dopo anni di ritardi va proprio in questa direzione. Adesso occorre lavorare sul Piano d’Azione Nazionale affinché le risorse disponibili attraverso la Pac, il Pnrr e il Fondo per il bio si traducano in progetti concreti di sviluppo per tanti territori rurali del nostro Paese, capaci di creare occupazione in particolare per giovani e donne. E occorre lavorare fin da subito, al fianco del ministero delle Politiche agricole, per avviare immediatamente la transizione agroecologica, minacciata da interessi legati alle fonti fossili. La guerra in Ucraina ci offre almeno questa opportunità: è il momento per rivedere le politiche dei sussidi che devono premiare chi non inquina e chi investe nelle alternative ai combustibili fossili sia in campo energetico che per fertilizzanti e fitofarmaci. Dobbiamo valorizzare i prodotti della terra attraverso il bio per garantire agli agricoltori un giusto prezzo per il loro lavoro e allo stesso tempo tutelare i consumatori di fronte a rincari in gran parte giustificabili solo con speculazione finanziaria. Il biologico rappresenta un’opportunità strategica in campo economico e al tempo stesso un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità. La vera sostenibilità non può che partire dal bio”.
Prima del convegno, i presidenti di Aiab, Assobio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio hanno partecipato a un evento di piazza per la sensibilizzazione verso il biologico, distribuendo materiale informativo e sacchetti di prodotti biologici.