giovedì, Novembre 21, 2024
Economia marina

Nel Golfo di Gaeta una moderna “fabbrica del pesce”

Quando al supermercato o in pescheria acquistiamo una bella spigola o un’orata cosiddetta “di allevamento”, ci sembra di comprare qualcosa di meno pregiato rispetto ad un esemplare simile pescato in mare aperto. Ma è veramente così? Indubbiamente madre natura riesce a riservare al nostro palato squisite sorprese, però i prodotti dell’itticoltura non sono da meno, anzi, possono garantire maggiore controllo dal punto di vista della sicurezza alimentare, essendo monitorati sin da prima del momento del loro concepimento fino a quello della immissione in commercio. E non è detto che il sapore debba perdere qualche punto nel confronto, soprattutto se l’allevamento viene effettuato nei moderni impianti a mare. Per vedere come funziona un impianto di itticoltura siamo andati a Gaeta, dove ormai da molti anni ne è in funzione uno dei più grandi d’Italia.

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Autore

  • Giornalista agricola ed enogastronomica, ha collaborato per lunghi anni con i quotidiani nazionali “Libero” e “Il Tempo” ed attualmente è vicepresidente dell’Arga Lazio (l’Associazione regionale Giornalisti Agricoltura, Alimentazione, Ambiente, Territorio, Energie: Gruppo di specializzazione della Associazione Stampa Romana-FNSI). Fondatrice e presidente dell’Associazione “Agroalimentare in Rosa”, è organizzatrice di grandi eventi e direttrice tecnica e scientifica di numerose manifestazioni volte alla valorizzazione dei giacimenti agro-culturali italiani. Dal 2020 è vicepresidente nazionale di Confassociazioni Tourism Food Hospitality con delega alla Comunicazione ed Eventi. Dal 2013 è tra i promotori ed organizzatori del Festival Cerealia.

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