Boschi e foreste risorsa e bene primario del Paese
La “Strategia Nazionale” per il settore delineata con appositi provvedimenti ministeriali su cui si è aperta una consultazione pubblica
Una gestione sostenibile delle foreste italiane. I primi mattoni della costruzione di una nuova politica in grado di valorizzare i boschi sono stati posti con i decreti ministeriali che delineano la Strategia nazionale delle foreste. Su questi provvedimenti si è aperta una consultazione pubblica del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, che si chiuderà il 28 maggio prossimo.
Le foreste italiane, spiega in una nota il Crea, si estendono per il 36,4 % della superficie nazionale (10,9 milioni di ettari) e sono in costante aumento (+72,6% dal 1936 al 2005). Ma occorre una gestione sostenibile che consenta di valorizzare il ruolo strategico che svolgono nella prevenzione dagli incendi boschivi, dal dissesto idrogeologico e nella tutela ambientale. L’obiettivo è di valorizzare le foreste e le filiere a essere collegate. Tra le industrie sostenibili e circolari, quella del legno e dei sui derivati (Sistema Legno), sottolinea il Crea, è il settore più sviluppato in Italia e raccoglie oltre 452.000 addetti in 111.000 imprese nelle sole industrie del legno e del mobile a cui si aggiunge il settore carta e cartoni che occupa 26.500 addetti in 169 imprese. Circa il 4% degli occupati in Italia.
Il progetto della Strategia nazionale parte dal riconoscimento delle foreste come risorsa e bene primario del Paese e della società e dalla considerazione che la gestione forestale sostenibile sia uno strumento per garantire la conservazione del patrimonio. Ma si ribadisce anche il contributo strategico del settore e delle filiere a esso collegate per perseguire gli impegni internazionali in ambito climatico, energetico, per la tutela della biodiversità, per la bioeconomia e l’occupazione nelle aree rurali e interne.
Si punta dunque a mettere in campo politiche tese ad esaltare ancora di più il ruolo strategico che possono svolgere foreste e filiere. L’impegno è poi di valorizzare i prodotti forestali in sostituzione dei materiali non rinnovabili, dalle costruzioni ai mobili alla carta fino alle energie rinnovabili.
I servizi ecosistemici e immateriali dalle foreste dovranno favorire il mantenimento delle economie e dell’occupazione nelle aree rurali. In questo contesto è fondamentale la funzione della formazione. Per questo Regioni e ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, con il supporto dell’Osservatorio Foreste del Centro di ricerca Politiche e bioeconomia del Crea, hanno redatto insieme i criteri minimi nazionali per la formazione professionale degli operatori forestali e per l’iscrizione agli elenchi o albi regionali delle imprese che eseguono lavori o forniscono servizi forestali.
“Il concetto di competenza per una materia tecnica come la gestione del bosco rappresenta infatti il presupposto per la conservazione dell’ambiente e la fornitura di servizi ecosistemici fondamentali per la società di oggi e per le generazioni future. Ed è solo l’inizio – ha dichiarato Raoul Romano, responsabile dell’Osservatorio Foreste CREA Politiche e Bioeconomia – abbiamo altri 7 decreti in materia da portare ad approvazione e poi occorre portare avanti anche il trasferimento delle conoscenze tecniche e scientifiche alle regioni, ai portatori di interesse e agli operatori forestali. A tal proposito, insieme alla regione Piemonte, prosegue infatti il Progetto pilota FORItaly, che vedrà prossimamente la realizzazione in Calabria di due giornate tecniche in bosco sulla formazione e sulla sicurezza degli operatori forestali”.