sabato, Novembre 23, 2024
Agroalimentare

I Dazi di Trump minacciano di nuovo l’Europa

di Gianluca De Angelis

L’amministrazione Trump è di nuovo all’attacco dell’Europa, con l’imposizione di dazi su una serie di prodotti importati dal “vecchio continente” per un valore di 11 miliardi di dollari. Dalla tregua commerciale del 2018 erano stati fatti ben pochi passi avanti nei negoziati, ma ora la tensione sale in modo preoccupante.

Nel lungo elenco dei prodotti (un documento di ben 14 pagine), largo spazio viene occupato (oltre agli elicotteri di uso civile, alla carta o ai prodotti di plastica) dai generi alimentari: burro, pesce, agrumi, yogurt, formaggi come il Pecorino, l’Emmental e il Cheddar, l’olio extravergine di oliva, marmellate, vini frizzati e non (tra cui il Prosecco), liquori.

La proposta presentata all’UE, una vera ritorsione, è stata giustificata con l’affermazione che Airbus (rivale europeo dell’americano Boeing) riceve dei sussidi, cosa che danneggia il gruppo statunitense, in questo momento alle prese con una crisi a causa dei due tragici incidenti, in cinque mesi, che hanno visto come protagonista il suo jet 737 Max.  Tra i prodotti che potrebbero subire dazi, infatti, potrebbe essere incluso proprio Airbus.

Per quanto riguarda il settore agroalimentare che interessa in particolar modo il nostro Paese, nel mirino del presidente degli Stati Uniti è finita circa la metà dei prodotti alimentari e delle bevande made in Italy esportate in Usa, dove nel 2018 si era registrato il record per un valore di 4,2 miliardi di dollari (+2%).

Con i dazi i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano aumenterebbero inevitabilmente, rendendo più competitive sia le falsificazioni ottenute sul territorio statunitense che quelle provenienti da Paesi non colpiti dalle misure di Trump, dalle quali è stato finora molto difficile difendersi. Questo tenendo conto che addirittura il 99% dei formaggi di tipo italiano negli Stati Uniti sono realizzati in California, Wisconsin e New York, dall’Asiago al Gorgonzola, dal Parmesan al Pecorino Romano di mucca.

Ma uno dei settori più colpiti è quello del vino, come si è potuto vedere a Vinitaly, dove sono stati esposti quasi alla berlina, e con orrore di enologi e visitatori, il Bordolino argentino bianco e rosso (con bandiera tricolore), il Marsala made in USA e il Kressecco, uno degli incredibili “plagi” del Prosecco, che ha visto variare il proprio nome anche in Whitesecco o Consecco. Ad aiutare i produttori nella vendita di questi vini “taroccati” ci sono le grandi opportunità di vendita attraverso internet; qui è possibile acquistare da aziende anglosassoni persino del vino ottenuto con polveri contenute in wine-kit, che permetterebbero di creare i pochi giorni un bel Lambrusco, un Frascati, un Chianti o un Valpolicella.

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