domenica, Febbraio 2, 2025
Ambiente

Non c’è un pianeta B, salvare l’Ambiente è la nostra unica opzione

Dobbiamo preservare le risorse a disposizione se vogliamo assicurare un futuro alla Terra

Eliminare l’effetto serra, debellare la plastica dai nostri mari, preservare il suolo, favorire lo sviluppo armonico di tutte le specie animali e vegetali presenti sul Pianeta, rendere  sostenibili tutte le nostre azioni compiute sul Globo, sono solo alcune delle sfide che attendono risposta immediata per offrire un futuro alla Terra, ed insieme a Lei, anche a noi.

Il 20 aprile è l’ #Earthday, il giorno dedicato a fare il punto delle varie iniziative istituzionali, private e internazionali,  con cui tutti gli Stati e i cittadini del Mondo hanno deciso di affrontare le complesse problematiche relative al rapporto che esiste fra uomo e natura.  A fronte di uno scenario apocalittico che sembra stagliarsi come definitivo  in un sempre più prossimo futuro, si moltiplicano però le campagne di sensibilizzazione e intervento per comportamenti che possano modificare concretamente i comportamenti in un approccio più green,  per garantire anche a chi verrà dopo di noi la possibilità di godere della meraviglia di questo Pianeta.

Sono passati ben 48 anni da quando si è deciso di celebrare il primo Earth Day. Erano gli inizi del 1970 ed in Usa, in pieno boom industriale,  un senatore democratico, Gaylord Nelson, decise di far diventare le questioni legate all’ambiente un problema politico.  Da quel momento lo stato di salute del nostro Pianeta è divenuto sempre più una questione, anzi ‘La Questione’,  che ha segnato in maniera sempre più significativa  l’agenda politica di tutti gli Stati impegnati in una ricerca sempre più affannosa (talvolta al limite di un vero e proprio negazionismo) di soluzioni che contemperassero le esigenze di sviluppo a basso costo delle rispettive economie, con quelle di preservare l’ambiente in cui viviamo.

Fra i principali propositi di questo #Earthday2018 spicca una campagna rivolta a tutti per arginare una delle problematiche in cui l’intervento di ciascuno di noi può essere determinante: ridurre – se non eliminare – il consumo di plastica. Questo prodotto, frutto dello scarto del processo di raffinazione del petrolio, ha invaso ormai ogni aspetto della nostra vita e non solo.  E’ stato calcolato che ogni minuto finisca in mare l’equivalente di un camion zeppo di questo materiale, mentre quantitativi ben superiori rimangono sulla terraferma intasando discariche per essere bruciati inquinando l’aria o disperdendosi nell’ambiente fino a raggiungere i luoghi più ameni della terra. Si calcola che se il processo non verrà invertito entro il 2050, negli oceani il volume occupato dalla plastica sarà superiore a quello di tutte le specie ittiche presenti sul globo.   I risultati sono purtroppo visibili a tutti. Nell’Oceano atlantico, compattata dalle correnti marine, galleggia un’isola di plastica grande tre volte la Francia. Ma se percorriamo le nostre stesse coste, soprattutto dopo le mareggiate è facile imbatterci in flaconi, buste di plastica o scatole di ogni genere che in un estremo tentativo di purificazione il mare deposita sulle nostre spiagge.

Secondo i dettami delle principali associazioni ambientaliste italiane, un comportamento responsabile da parte di ciascuno di noi nell’affrontare questa emergenza può veramente fare la differenza.

Oltre a prediligere materiali plastic free e quindi mettere al bando nella nostra vita tutti gli oggetti usa e getta a cui eravamo abituati (bicchieri, piatti, posate, cannucce solo per fare alcuni esempi), le nostre preferenze dovrebbero indurci a scegliere oggetti e contenitori che siano composti da materiali riciclabili.

Favorire dunque l’acquisto di bibite od acqua in vetro; scegliere spazzolini da denti in bambù; privilegiare gli oggetti in ceramica o legno; optare per packaging naturali,  e soprattutto, in ogni acquisto, cercare di immaginare se quanto abbiamo appena comperato potrà avere una nuova vita o costituirà una zavorra che lasceremo di eredità in eredità a tutte le generazioni future.

Cristiana Persia

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