sabato, Novembre 23, 2024
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Piogge e aiuti alimentari portano lieve sollievo alla popolazione siriana

Se una parta del globo è alle prese con una siccità da record, le copiose precipitazioni che hanno riguardato le fonti di approvvigionamento idrico dei territori siriani – insieme alla fragile tregua che ha parzialmente stabilizzato il Paese – determinano un leggero miglioramento per le scorte alimentari di questa popolazione colpita da una guerra che sembra infinita

Rispetto allo scorso anno la capacità di approvvigionamento alle proprie fonti alimentari in Siria è leggermente migliorata. Questo grazie ad una maggiore sicurezza della zona (che rimane comunque di guerra) che ha consentito la ripresa di un minimo di attività agricola a cui si è aggiunta la possibilità di compensazione offerta dal rifornimento di beni di prima necessità attraverso i corridoi umanitari.

A renderlo noto è una nota congiunta della FAO (l’organizzazione delle Nazioni Uniti per l’alimentazione e l’agricoltura)  e del  Programma alimentare mondiale(WFP).  Piccoli miglioramenti che vengono salutati  con entusiasmo da entrambe le organizzazioni umanitarie, che al contempo precisano come in questi luoghi si sia ancora molto lontani dal tenore di vita a cui era abituata  la  popolazione prima della guerra.

Secondo un rapporto diffuso da alcune Agenzie specializzate interne all’ONU,  in queste aree la produzione totale di grano si attesterebbe per questo anno a 1,8 milioni di tonnellate, segnando un +12% rispetto al 2016,  rappresentando tuttavia  nel complesso meno della metà di quanto raccolto in queste regioni prima del conflitto.

Per gli esperti la situazione generale rimane sempre di grave allarme. In Siria al momento  ai quasi 7 milioni di persone che al momento  vivono in una situazione conclamata di insicurezza alimentare se ne aggiungono altri 5,6 milioni che potrebbero patire la fame qualora il programma di aiuti alimentari messo in atto dalle organizzazioni internazionali dovesse subire un’interruzione.

Tuttavia la registrazione di  un miglioramento nella situazione nel settore primario lascia intravedere qualche prospettiva di  sviluppo positivo per le condizioni  in cui versa la popolazione. Le maggiori precipitazioni che hanno interessato il bacino del fiume Eufrate hanno infatti determinato livelli idrici più elevati in molte dighe del Paese. Questo ha comportato un miglioramento nelle produzioni di grano ed orzo, i cereali più diffusi in queste aree. Non mancano però le difficoltà, dovute essenzialmente all’elevato costo (o addirittura alla totale irreperibilità) dei mezzi di produzione  – come sementi e fertilizzanti –  e l’avvenuta  distruzione della maggior parte delle infrastrutture per l’irrigazione e l’immagazzinamento.  Anche nel settore dell’allevamento il rapporto delle Nazioni Unite evidenzia però un piccolo incremento. Le abbondanti piogge hanno migliorato la condizione dei pascoli, stabilizzando – se pur con numeri veramente esigui – la dimensione di greggi e mandrie.   La popolazione siriana continua però ad affrontare molteplici difficoltà anche in questo segmento dell’agricoltura,   sia per l’elevato prezzo del foraggio che per la quasi totale assenza di copertura veterinaria.  A tutto questo si aggiunge lo stato generale di insicurezza che limita ai pastori l’accesso in molte aree del Paese.

“Per alcune famiglie siriane si comincia a intravedere un piccolo barlume di luce”, ha dichiarato il Direttore delle emergenze della FAO, Dominique Burgeon. “Nonostante le sfide immense, l’agricoltura continua infatti a fornire cibo al paese. Con una maggiore stabilizzazione del Paese, si spera che siano però di più gli agricoltori in grado di tornare a coltivare la propria terra, il  mezzo fondamentale di sussistenza per  molti siriani”.

Cristiana Persia

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