venerdì, Novembre 22, 2024
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Coldiretti: la riforma Pac risponda a nuove sfide dell’Ue

Valorizzare la distintività territoriale delle produzioni, premiare l’occupazione nelle campagne ed escludere insostenibili rendite. Da tale bisogno nasce la pubblicazione della Coldiretti “Dove sta andando la PAC. Mercato, Semplificazione, Sviluppo rurale e Brexit”, una risposta articolata alla consultazione pubblica sul futuro della Pac lanciata dal Commissario Ue Phil Hogan.

Coldiretti ha elaborato una base di partenza e di discussione sull’attuale Pac per approfondire alcuni temi e rivedere alcuni strumenti che nel tempo si sono rilevati poco efficienti o di difficile applicazione.

Nella futura Pac – sottolinea la Coldiretti nel suo lavoro “Dove sta andando la PAC. Mercato, Semplificazione, Sviluppo rurale e Brexit” – occorre rafforzare tutte le misure che escludono la “rendita” dai benefici Pac  premiando chi vive di agricoltura. In secondo luogo, è necessario puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo del lavoro e del valore aggiunto generato dal settore. In terzo luogo, è necessario fare propria l’esperienza italiana di “distintività”, di cui tracciatura dell’origine ed etichettatura sono i principali strumenti, per alzare gli standards qualitativi delle produzioni europee. Il tutto, ovviamente, nella riaffermazione di principi di “semplicità” e “sburocratizzazione” con particolare riferimento alla componente “greening” e alle difficoltà di verifica degli obblighi previsti rispetto alla portata degli effetti ambientali prodotti.

E’ necessario che la Pac – continua la Coldiretti – preveda nei confronti del doppio rischio legato all’andamento dei mercati e del clima, strumenti di intervento “preventivi” che agiscano come fattori “calmieranti” prima che i produttori subiscano elevate perdite di reddito. La crisi del latte ha insegnato molto e le misure introdotte a livello nazionale nel collegato agricolo per consentire alle rappresentanze agricole di denunciare le inadempienze da parte industriale e di rappresentare le imprese nella stipula di accordi quadro, andrebbero estese a livello Ue in senso orizzontale.

In buona sostanza – sostiene Coldiretti – le turbolenze e le distorsioni di mercato non si superano lasciando al mercato stesso la potestà di riequilibrio, né affidandosi ad automatismi di carattere assistenziale, ma ridando “legittimazione” ai soggetti che fanno il mercato, cioè i produttori. Inoltre, non va trascurato il tema del ricambio generazionale: alle misure per il primo insediamento previste dai Piani di sviluppo rurale, vanno affiancate misure di accompagnamento delle giovani imprese, con precise garanzie di accesso al credito ma anche strumenti di agevolazioni fiscali sul lavoro.

“L’Europa deve semplificare politiche agricole comunitarie e riprendere a investire sul bilancio con nuove risorse in agricoltura – ha dichiarato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo intervenuto questa mattina al convegno per i 70 anni della federazione provinciale coltivatori diretti di Cuneo – oltre 44 milioni di cittadini europei vivono grazie all’agricoltura e alla produzione di cibo. Questo è l’unico settore che ha saputo creare nuova occupazione nonostante le difficolta. Chiediamo quindi semplificazione delle norme, origine obbligatoria in etichetta, più controlli su quello che importiamo a garanzia di consumatori e produttori. Infine una grande battaglia a tutela dei nostri territori di montagna riportando equilibrio rispetto al tema della fauna selvatica”.

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