venerdì, Novembre 22, 2024
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Coldiretti: a 5 mesi dal sisma pronte solo 77 stalle mobili su 635 previste

L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti, che ha tracciato un preciso bilancio delle cose ancora da fare per rilanciare e mantenere attivo il settore agricolo nelle campagne delle aree colpite dal sisma

A cinque mesi dalle prime scosse di terremoto sono state montate solo 77 delle 635 stalle mobili previste, appena il 12 per cento, con la percentuale di realizzazione che però scende addirittura nelle Marche allo 0,5 per cento delle strutture completate.

Un inaccettabile ritardo che ha fatto salire a più di mille il conto degli animali morti, feriti e abortiti nelle zone terremotate – spiega la Coldiretti – con gli allevatori che non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse, mentre si è dimezzata la produzione di latte. Ai danni materiali e alla perdita di vite umane si somma dunque una vera e propria strage di bestiame in una situazione in cui solo nelle Marche si contano seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari, per i ritardi accumulati, aggravati dal maltempo.

E’ in atto una corsa contro il tempo – sottolinea la Coldiretti – con la mobilitazione dei trattori per liberare le strade da neve e ghiaccio e raggiungere le stalle isolate da giorni dove occorre garantire l’operatività degli impianti di mungitura e abbeveraggio ma anche la consegna dei mangimi fino ad arrivare al trasferimento degli animali su mezzi idonei ed alla loro sistemazione in nuovi ricoveri. Operazioni faticose rese possibili da una estesa rete di solidarietà degli allevatori italiani anche grazie – continua la Coldiretti – alla collaborazione dell’esercito e della protezione civile. Sotto il coordinamento di una apposita task force sono state avviate dalla Coldiretti numerose iniziative assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari che hanno consentito anche la consegna di mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma anche l’operazione “adotta una mucca” per dare ospitalità a pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle fino alla “caciotta della solidarietà” con il latte degli allevatori terremotati e degli altri prodotti in vendita nei mercati di Campagna Amica per garantire uno sbocco di mercato dopo lo spopolamento forzata dei centri urbani colpiti dal sisma.

“Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che – serve una accelerazione nella realizzazione delle opere per mettere al sicuro animali e uomini che non posso abbandonarli e per questo la Coldiretti sta lavorando per consentire l’applicazione dell’ordinanza “azzeraburocrazia” che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al totale delle spese sostenute”.

Complessivamente sono circa tremila, secondo la Coldiretti, le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree del Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpite dal terremoto, con centomila animali allevati, che alimentano un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi da i quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo e che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione.

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