venerdì, Novembre 22, 2024
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AIAB: rivedere il sistema dei controlli e delle garanzie sul Bio

La richiesta in una lettera al ministero delle Politiche Agricole, agli assessorati all’Agricoltura, agli Organismi di controllo e ad Accredia.

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                                                                 Vincenzo Vizioli, presidente dell’AIAB

Il bio cresce implacabilmente, ormai lo hanno capito tutti. Un mercato che vale 4,3 miliardi di euro, 60 mila aziende, 1,5 milioni di ettari di terreno, consumi aumentati del 21% nei primi 6 mesi del 2016, con un numero di famiglie che acquistano bio salite a oltre 19 milioni. Lo ha capito soprattutto chi ha deciso di cavalcare l’onda del business. Magari bypassando tutto o parte di ciò che rende i prodotti biologici più sani e più sicuri di quelli convenzionali. Così Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB, proprio sulla questione dei controlli e delle garanzie ha scritto una lettera al ministero delle Politiche Agricole, agli assessorati regionali all’Agricoltura, agli Organismi di controllo e ad Accredia.

“Siamo molto coscienti – scrive Vizioli – che una crescita così imperiosa comporti anche dei rischi se non governata, indirizzata, supportata tecnicamente, controllata e sostenuta con ricerca e sperimentazione. La nuova ‘fame di prodotto’ per il posizionamento di grandi marchi e distribuzione organizzata, rischia di far prendere scorciatoie pericolose”.

Ciò che più emerge è l’importanza del ruolo del sistema di controllo che è alla base del sistema di garanzia, punto di forza che il biologico offre al consumatore e a tutti gli operatori.

“Chiediamo nuovamente – dice Vizioli – agli organismi di controllo di farsi veri garanti del sistema, avendo da subito un cambio di passo verso la terzietà, pari a quello che sta avendo, nel settore, tutto il settore produttivo e distributivo”.

“Parimenti deve crescere il sistema di vigilanza sull’operato degli O.d.C che in molte Regioni va rafforzato e non indebolito dai tagli di bilancio ma in molte altre, letteralmente attivato per ripristinare il ruolo di autorità di controllo nazionale e regionale previsto dalla normativa.

L’ufficio del Ministero per l’agricoltura biologica si faccia promotore di questa azione perché la vigilanza e il necessario coordinamento, è fondamentale anche per intervenire sull’unicità della norma che oggi, per accontentare il nuovo cliente, ha spesso interpretazioni a dir poco fantasiose, diverse nei territori e tra organismi di controllo, che vengono scelti anche in funzione di questa disponibilità.

Esempio eclatante sono i tempi e i modi della conversione, in particolare zootecnica,  dimenticando che la fase di conversione è elemento tecnico strategico per fare bene biologico e non solo fastidiosa attesa per arrivare alla certificazione.

“Si presti inoltre la massima attenzione – dice Vizioli – alla sempre più imponente importazione da paesi terzi, extra UE”.

E’ qui infatti che il sistema presenta una delle sue maggiori debolezze. Non esiste un rapporto di reciprocità con il regolamento europeo ma un rapporto di equivalenza, cioè un’interpretazione di conformità dell’organismo di controllo, inviato e pagato

dall’importatore. Non è un caso che tutti gli scandali sono passati da qui e che il nuovo regolamento europeo su cui si sta discutendo, proprio su questo punto si sia impantanato.

“E’ poi importante che sia il Ministero, sia le Regioni, sia Accredia rendano facilmente consultabili le eventuali sanzioni comminate agli organismi di controllo e che quelli colti in fallo su questioni gravi che, purtroppo ci sono state, non rientrino con troppa facilità nel sistema senza pagare il danno fatto a tutto il settore”.

“Il biologico, perlomeno quello italiano, è una cosa molto seria ed è un metodo che può davvero salvaguardare l’ambiente e la salute. Ci sono – conclude Vizioli – moltissimi produttori, la stragrande maggioranza, che a questo dedicano la loro vita. Non possiamo rischiare di mandare tutto un settore a gambe all’aria per poche mele marce. Le istituzioni incaricate di garantire la pulizia del biologico hanno, in questo, una grande responsabilità”.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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