venerdì, Novembre 22, 2024
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#SANA2016 – Crescita record per il bio italiano

E’ quanto emerge da una ricerca Nomisma, commissionata da ICE e BolognaFiere, presentata nel corso della manifestazione bolognese

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Numeri da capogiro per il bio italiano che, in particolare all’estero, registra un vero e proprio boom.

Secondo i dati di un rapporto commissionato da Ice e BolognaFiere, elaborato da Nomisma con il patrocinio di Federbio e Assobio, diffusi nel corso di Sana 2016, rispetto al 2008 le nostre esportazioni hanno registrato un salto in alto di circa il 408%, con un segno + 16% solo rispetto al 2015. Particolarmente attratti dai nostri prodotti gli Stati Uniti e il Canada.

Almeno il 10% dei consumatori Usa e il 5% di quelli canadesi, precisa il rapporto Ice, ha provato almeno una volta i nostri prodotti bio. Particolare poi il grado di fiducia riposta da questi mercati nei nostri confronti: quasi un terzo dei consumatori americani pensa che l’Italia sia fra i primi Paesi a produrre cibo biologico di qualità.

Ma se questi sono i numeri dell’export, il mercato risulta estremamente fiorente anche sul piano nazionale. Le famiglie italiane che nel corso degli ultimi 12 mesi hanno acquistato almeno un prodotto bio è salito a quota 74%.

Fra i prodotti particolarmente gettonati, in primis frutta e verdura (il 74% delle famiglie l’ha acquistata almeno una volta), a seguire l’olio extravergine d’oliva (il 62%), le uova (53%), il miele (45%) e poi ancora formaggi freschi, yogurt, burro, riso e pasta, con percentuali che non scendono al di sotto del 40%.

Insomma un orientamento deciso verso il cibo biologico quello del consumatore italiano, spinto soprattutto dalla convinzione che i cibi bio siano più salutari (lo pensa il 27% del campione), maggiormente rispettosi dell’ambiente e della bio-diversità (per il 20%) o che siano cibi sottoposti a controlli più accurati (per il 14% delle persone).

Biologico sì, ma soprattutto italiano. È questo infatti il principale criterio di scelta per il 32% dei consumatori. Anche la presenza di un marchio dop o igp influenza la scelta della spesa per il 14% degli intervistati. La marca rappresenta poi il secondo driver di scelta. Il 15% compra in base alla marca del supermercato, il 9% si orienta seguendo la notorietà del produttore. Il prezzo è invece un fattore secondario nei criteri di scelta: è determinante solo per il 9% dei consumatori, mentre è appena il 14% che compra i prodotti bio in base alle promozioni.  I luoghi privilegiati per l’acquisto: la grande distribuzione. È qui che il 60% del campione ha comprato almeno un prodotto bio.  Il 34% ritiene che sia più pratico, mentre il 16% è convinto che i prezzi siano più bassi.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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