domenica, Novembre 24, 2024
Attualità

“Coltiviamo l’arte”, gli agricoltori custodi di beni archeologici e culturali

 

A Castellaneta l’iniziativa di CIA e Turismo Verde per la gestione del patrimonio paesaggistico e artistico italiano da affidare alle imprese agricole: “Realizzare progetti di riqualificazione per riportare alla luce i beni trascurati e garantire indotto e nuovi posti di lavoro”.

COLTIVIAMO_LARTE

Candidare gli agricoltori a “custodi” attivi del patrimonio storico-archeologico del territorio italiano, cominciando dalla tutela dei beni culturali e paesaggistici già presenti all’interno delle imprese agricole o situate nelle loro immediate vicinanze. È questo l’obiettivo di Turismo Verde e Cia-Agricoltori Italiani, rilanciato oggi a Castellaneta con l’iniziativa “Coltiviamo l’arte” presso l’azienda agricola “Le Grotte di Sileno”.

“Vogliamo valorizzare quello che è un patrimonio storico-monumentale dal valore e dal potenziale inestimabile -ha sottolineato Alberto Giombetti, responsabile delle Relazioni esterne e territoriali di Cia-. Vogliamo riaprire i siti attualmente in disuso, come chiese, torri, masserie spesso in forte stato di abbandono, rendendoli fruibili e nuovamente accessibili al pubblico”. Oggi infatti “l’Italia -ha aggiunto Giombetti- ha un oggettivo gap tra dotazione e capacità di conservazione, gestione e promozione del suo patrimonio. Per questo un ruolo fondamentale potrebbe essere affidato agli agricoltori che possono diventare le ‘sentinelle del bello’ ma anche i promotori dei ‘valori territoriali’”.

Basti pensare che sono 130 i paesaggi rurali artistici censiti, che su 51 siti Unesco (l’Italia ha il record mondiale) ben la metà sono in ambito rurale e che circa il 40% del patrimonio monumentale e il 60% di quello archeologico si trova in contesti non urbani.

Nel ruolo di custodi, gli imprenditori agricoli svolgerebbero sia un ruolo di vigilanza costante che di segnalazione e manutenzione del verde circostante. Una collaborazione che sfocerebbe anche in una maggiore offerta di servizi da fornire agli stessi ospiti delle aziende agricole e degli agriturismi interessati a visite guidate in siti di particolare interesse storico-artistico.

“Già ci stiamo muovendo su questa strada intraprendendo percorsi pilota con il Segretariato dei Beni culturali della Regione Emilia Romagna e presto si potrebbe estendere anche in Puglia e Basilicata -ha aggiunto Giombetti-. Il nostro obiettivo ultimo è quello di stipulare un protocollo d’intesa tra la Cia e il Ministero dei Beni culturali e ambientali e del turismo”.

Ed è in quest’ottica che Turismo Verde e Cia hanno proposto oggi a Eva Degl’Innocenti, direttore del Museo nazionale archeologico del Marta di Taranto, e alla Soprintendenza regionale, il riordino della mostra archeologica “Dioniso: vite, vini e culti in Magna Grecia” e il suo trasferimento a Matera, proclamata Capitale Europea della Cultura 2019. La mostra di Dionisio nel capoluogo lucano apporterebbe -secondo le due organizzazioni- vantaggi e opportunità a livello turistico anche alle regioni circostanti in primis la Puglia, la Campania e la Calabria.

“Da anni portiamo avanti una battaglia per riconoscere all’agricoltore il ruolo di custode. Le sfide del futuro per l’Italia sono la difesa del paesaggio, dell’ambiente e del patrimonio storico-culturale e gli agricoltori hanno pieno titolo per svolgere questo ruolo che rientra nelle attività connesse proprie della multifunzionalità -ha ribadito nelle sue conclusioni il vicepresidente nazionale della Cia Alessandro Mastrocinque-. La Confederazione intravede all’orizzonte grandi spazi di fattibilità con vantaggi sostanziali sia in termini culturali che pratici ed economici, con siti riportati alla luce nel loro splendore, manutenuti adeguatamente, che genererebbero nuovo turismo -ha chiosato Mastrocinque- quindi indotto, economie e posti di lavoro”.

Al termine dell’iniziativa è stato quindi redatto un documento “ad hoc” che verrà consegnato al governatore Michele Emiliano, assente per il grave lutto che ha colpito tutta la Puglia con la tragedia ferroviaria tra Andria e Corato.

All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri: Joe Carter, Archeologo dell’Università del Texas; Antonella Docci, presidente Associazione Restauratori d’Italia; Salvo Barrano, presidente Associazione nazionale Archeologi; Francesca Sogliani, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologi dell’Università di Bari; Daniel Dal Corso, direttore Gal Luoghi del Mito; Luca Braia, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della regione Basilicata; Sandra Manara, Segretariato regionale del Mibact per l’Emilia Romagna; Donato Distefano, direttore Cia Basilicata e Raffaele Carrabba, presidente Cia Puglia.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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