Olio: la Ue non può comandare nel piatto degli italiani
Il presidente dell’Unaprol, Granieri, preoccupato per la possibile abrogazione in Senato di due articoli della legge “salva olio”
“Non ci piace l’immagine di un’Europa che vuole comandare nel piatto degli italiani e che ci obbliga a nutrirci probabilmente con oli spacciati per extra vergine, aggiustati chimicamente, ma scaduti”. David Granieri, presidente di Unaprol commenta così il pericolo che potrebbe scaturire in Senato se la 14^ Commissione Politiche dell’Unione europea decidesse di accogliere, domani, i rilievi della Commissione UE, dietro minaccia dell’apertura di una procedura di infrazione comunitaria, di abrogare di fatto due degli articoli della legge “salva olio” meglio conosciuta come legge Mongiello.
Si tratta degli articoli 1 e 7 della legge. Il primo contrasta la scarsa leggibilità delle etichette e prevede che i caratteri delle lettere riportanti l’origine dell’olio debbano essere ben visibili rispetto al colore del fondo anche nel caso dell’impiego di miscele di altri Paesi. Il secondo riguarda l’immissione diretta sul mercato del prodotto che deve riportare la scadenza di 18 mesi dell’olio extra vergine di oliva dalla data di imbottigliamento “e non si comprende – aggiunge Granieri – perché non si possa invece prevedere in alternativa l’indicazione obbligatoria della campagna di produzione come già avviene per gli oli DOP”.
A quanto si apprende, il provvedimento del Senato, se così approvato, arriverebbe blindato alla Camera dei Deputati che non dovrebbe, o potrebbe, più modificarlo. “Una situazione incompatibile con il buon senso perché questa decisione riaprirebbe il parco giochi della contraffazione dove a rimetterci sarebbe il consumatore finale”. In Europa, altri Paesi si professano europeisti stampando semafori sulle etichette e vanno avanti per la loro strada; in Italia una legge che tutela il consumatore finale e che fa da apripista, come sempre, ad una legislazione garantista, deve essere modificata per far piacere a chi ha interessi contrari alla trasparenza del mercato. “Mi auguro – ha concluso Granieri – che la 14^ Commissione del Senato decida di non arrecare un danno al Paese e confermi il volere del Parlamento italiano che su questa questione ha già deliberato approvando all’unanimità la legge 14 gennaio 2013, n. 9”.