venerdì, Novembre 22, 2024
Attualità

Camorra: agroalimentare sotto tiro

Nel settore infiltrazioni criminali producono oltre 240 reati al giorno. La Cia plaude al blitz di Polizia e Gdf a Roma contro presunti affiliati del clan Moccia che operavano nel mercato dei prodotti ortofrutticoli e caseari nella capitale: la criminalità organizzata cerca di accrescere i propri affari illeciti esercitando il controllo in tutta la filiera agroalimentare, dai campi all’intermediazione dei prodotti fino alla tavola.

polizia

La criminalità organizzata allunga sempre più spesso i suoi tentacoli su tutta la filiera agroalimentare: si va dall’accaparramento dei terreni agricoli, l’intermediazione dei prodotti, il trasporto e lo stoccaggio, fino all’acquisto e all’investimento in bar, ristoranti e centri commerciali. Nel settore le infiltrazioni di mafia e camorra producono oggi oltre 240 reati al giorno e, dal campo alla tavola, generano un giro d’affari stimato in oltre 15 miliardi di euro. Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani, plaudendo all’operazione della squadra mobile di Roma e del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che ha portato a sette arresti nei confronti di presunti apicali, affiliati e prestanome del clan camorristico Moccia che operavano nella capitale nel settore ortofrutticolo e delle mozzarelle.

La criminalità organizzata non si limita a esercitare un controllo sul territorio -spiega la Cia- ma è interessata a fare nuovi guadagni, a far fruttare i patrimoni, conquistando quei comparti che si sono dimostrati “anti-crisi” diventando determinanti per l’economia italiana, come è appunto l’agroalimentare.

Ma gli effetti sono devastanti, perché questa presenza mafiosa “strozza” il mercato, distrugge la concorrenza e instaura un “controllo” basato su paura e coercizione -continua la Cia-. Le organizzazioni criminali, infatti, impongono i prezzi d’acquisto agli agricoltori, controllano la manovalanza degli immigrati con il caporalato, decidono i costi logistici e di transazione economica, utilizzano proprie ditte di trasporto, possiedono società di facchinaggio per il carico e scarico e arrivano anche alla tavola degli italiani, mettendo a rischio la salute dei cittadini, con l’ingresso nella Gdo e nella ristorazione.

Per questo “operazioni come quella di oggi sono fondamentali -osserva il presidente della Cia Dino Scanavino-. Bisogna sgretolare il potere delle mafie nell’agroalimentare e per questo serve fare ‘rete’ con le istituzioni, la magistratura e con le forze dell’ordine, colpirli nei loro interessi economici, prima di tutto attraverso il sequestro e la confisca dei beni”.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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