Un pugno nello stomaco sul lavoro nero
Parlare di caporalato solo quando “ci scappa il morto” non risolve il problema. Presentato il calendario per il 2016 voluto da Cia e Codacons per denunciare con forza l’irrisolto problema del lavoro illegale nelle campagne italiane. Dodici immagini crude e di una forza dirompente, realizzate da Tiziana Luxardo, che vogliono scuotere l’opinione pubblica e le Istituzioni.
Nel 2015 in Italia c’è ancora chi muore di lavoro nei campi. In alcuni territori si esercita l’odioso mestiere del caporalato, l’illegalità e lo sfruttamento. Recenti rapporti sul fenomeno parlano di circa 100 mila “nuovi schiavi”, che nel corso dell’anno si alternano tra i filari di vite, nella raccolta dei pomodori e della frutta: inaccettabile. La vibrante denuncia è della Cia-Agricoltori Italiani e del Codacons che, attraverso un calendario commissionato al sapiente e raffinato obiettivo della fotografa Tiziana Luxardo, vogliono tenere accesi i riflettori su una tematica grave e complessa che affligge il nostro Paese. Quel caporalato che trova la ribalta mediatica solo in conseguenza di fatti di cronaca nera. Oggi, presso lo Stadio di Domiziano a Roma, sono stati presentati i dodici “scatti” che scandiranno i mesi del calendario 2016 che ha per titolo: “Siamo uomini… o caporali?”
Si tratta di immagini che hanno la finalità di scuotere le coscienze e attivare le Istituzioni verso una risoluzione del problema attraverso il varo di misure efficaci. In questo contesto, la Cia-Agricoltori Italiani segnala i passi in avanti registrati i termini legislativi e utilizzerà questa “provocazione” del calendario per promuovere tra i produttori l’adesione alla “Rete del lavoro di qualità”, lo strumento individuato dal Governo per “censire” le aziende agricole virtuose.
“Abbiamo aderito al progetto -ha spiegato Cinzia Pagni, vicepresidente vicario della Cia- proprio per testimoniare come la quasi totalità degli agricoltori opera nella trasparenza, nella piena legalità, svolgendo un ruolo produttivo, sociale ed educativo centrale per il sistema Paese nel suo complesso. Dall’altra parte siamo qui per dimostrare che la rappresentanza degli agricoltori non intende nascondersi dietro un dito, ma è pronta a fare responsabilmente la propria parte affinché sia definitivamente azzerati i reati nel settore. Il tema del lavoro nero, dello sfruttamento, della legalità è assai complicato e va affrontato su diversi livelli di competenze. Il rischio -ha detto Cinzia Pagni- che vogliamo scongiurare, è quello che si attivino norme che invece di risolvere i problemi si traducono in controlli asfissianti e inopportuni sulle aziende sane creando un clima da caccia alle streghe”.
“I provvedimenti in essere sul caporalato -secondo il vicepresidente vicario della Cia- dovranno pertanto essere capaci di colpire il caporalato in tutte le sue forme, analizzando in profondità il fenomeno che è magmatico, sfuggente, spesso si compone di aziende senza terra, dove la figura del caporale non è facilmente identificabile poiché si nasconde dietro una rete di soggetti intermediari che operano sia come soggetti fittiziamente proprietari di terreni e titolari di imprese oppure come soggetti che gestiscono illegalmente il mercato del lavoro. Né si può pensare di combattere il caporalato -ha continuato Cinzia Pagni- a colpi di burocrazia e di metodi presuntivi di accertamento perché tutto ciò non andrebbe che a insistere sulle aziende regolari, lasciando indisturbato chi opera nell’ombra dell’illegalità. Ci vuole contestualmente un’azione congiunta di associazioni di impresa, sindacati e pubblica amministrazione, soprattutto a livello locale, per inserirsi e gestire in modo legale, semplice e trasparente il mercato del lavoro agricolo, con particolare attenzione alle assunzioni effettuate in occasione delle campagne di raccolta o delle emergenze produttive e al problema connesso dei trasporti”.
Come Cia “siamo a disposizione -ha concluso il vicepresidente vicario della Cia- e iniziamo il 2016 con un’opera di sensibilizzazione che, attraverso il calendario realizzato assieme a Codacons, vuole essere forte, diffusa e di preparazione del terreno per tutte le cose da fare. Tra cui, prioritariamente, restituire all’agricoltura un’immagine pulita, facendo emergere la straordinaria bellezza in essa contenuta”.