Expo: Cia, più agricoltura per un mondo più verde
Celebrata all’Expo -con il ministro per l’ambiente Galletti e il Commissario Europeo Vella- la giornata mondiale della biodiversità. Il presidente della Confederazione Dino Scanavino lancia un patto con i cittadini per l’ambiente: ”Gli imprenditori agricoli sono i veri custodi dell’ecosistema, ma servono la consapevolezza di questo ruolo e la garanzia del reddito per un modello di sviluppo sostenibile”
L’Expo al centro di un mondo buono. E al centro di questo mondo c’è l’agricoltura. Per questo il presidente della Cia Dino Scanavino propone ai cittadini un patto per l’ambiente capace di riconoscere il ruolo delle imprese agricole a cui deve essere assicurato il giusto reddito.
Si è celebrata oggi ad Expo alla presenza di gran parte dei Paesi che animano l’esposizione universale la giornata mondiale della biodiversità. Il Biodiversity Park (di cui la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori è il partner) è divenuta la sede “costituente” di un futuro sostenibile per il pianeta. Tanto il ministro italiano per l’ambiente Gian Luca Galletti, quanto il commissario europeo all’ambiente Karmenu Vella hanno posto l’accento sulla necessità che il modello di sviluppo che guiderà l’Europa, e dunque il mondo, sia sostenibile, indirizzato alla tutela e alla massima valorizzazione della biodiversità per “nutrire il pianeta” in modo equo, per dare “energie alla vita” nel rispetto degli ecosistemi. In particolare il ministro Galletti ha sottolineato come l’Italia sia impegnata a promuovere la green economy e come abbia fatto della sostenibilità la cifra della sua presidenza del semestre europeo. Galletti ha tracciato il profilo di un’economia che diventa circolare dove il dato ambientale -come accade in Italia con i Parchi che alimentano il turismo, con la biodiversità che alimenta le coltivazioni biologiche- è il paradigma di ogni azione. Vella gli ha fatto eco affermando che non è più il tempo della moneta, ma del valore e che il primo valore è la salvaguardia degli ecosistemi.
In questa giornata mondiale della biodiversità c’è un protagonista: l’agricoltore che è il primo operatore economico che cura l’ambiente e ha interesse diretto alla biodiversità. A lui è affidato il compito di essere insieme custode dell’ecosistema e produttore dei valori che servono a nutrire il pianeta. “Devo dire -commenta il presidente di Cia Dino Scanavino- che queste considerazioni così autorevoli sono la più alta conferma che ciò che come imprese agricole andiamo facendo e chiedendo è l’unica via per assicurare un futuro al pianeta. Come Confederazione Italiana Agricoltori abbiamo scelto di stare da protagonisti nel padiglione della biodiversità di Expo perché questo è il nostro posto e oggi che si pone attenzione alla sostenibilità noi sentiamo, lo sentono i nostri 900 mila soci, l’onore e l’onere di essere protagonisti del cambiamento del modello di sviluppo”.
La centralità della buona agricoltura è apparsa chiara durante tutta la giornata come è risultato evidente che il modello italiano di agricoltura è oggi una proposta ineludibile per costruire davvero un futuro fondato sulla green economy.
“Per questo -sottolinea ancora il presidente di Cia- siamo ancora più impegnati non solo a promuovere l’agricoltura biologica, ma un’agricoltura che fa del biologico il protocollo di coltivazione per garantire tutela ambientale e valorizzazione dei territori. E’ il ruolo dell’agricoltore custode che da sempre andiamo rivendicando e che vorremo fosse il modello di riferimento almeno per l’Europa. E tuttavia se siamo consapevoli che per avere un mondo più verde ci vuole più agricoltura siamo anche di fronte alle troppe difficoltà che gli imprenditori agricoli ogni giorno devono affrontare. Per questo -rivendica Dino Scanavino- noi come Cia, che rappresentiamo in Italia e dunque in Europa il maggior numero di imprese che fanno coltivazione biologica e il maggior numero d’imprese che interpretano la multifunzionalità agricola come servizio alla società, vogliamo lanciare un patto con i cittadini: si riconosca il valore e il ruolo dell’impresa agricola come produttrice di cibo buono e custode dell’ambiente e della biodiversità in cambio dell’impegno degli agricoltori a operare all’interno di una piena sostenibilità per garantire a tutti un futuro migliore e un mondo pulito. Ma questo presuppone che all’impresa agricola sia assicurato il giusto reddito che deriva non solo dalla produzione che pure deve essere giustamente remunerata attraverso accordi di filiera, ma anche dal suo operare nell’interesse collettivo.
Se la green economy -ha concluso Scanavino- vuol dire un’economia di mercato che incorpora il concetto del limite che è rispetto delle risorse, che è rispetto della biodiversità, che è produrre eticamente , l’agricoltura -e prima fra tutte l’agricoltura che la Cia rappresenta- è il pilastro fondamentale del modello di sviluppo sostenibile, ma è anche necessario che questo modello sia compreso e sostenuto dai cittadini e condiviso da tutti gli attori della filiera. Perché se è vero com’è vero che il futuro del mondo è nelle mani dell’agricoltura è indispensabile che l’agricoltura, la nostra agricoltura, abbia un futuro”.