venerdì, Settembre 20, 2024
Agricoltura

Vendemmia 2016: sarà record mondiale

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Con una piccola flessione generale (-2%) ma con una previsione di oltre 48,5 milioni di ettolitri per la vendemmia 2016,  l’Italia conferma la sua leadership mondiale in termini quantitativi  nel segmento della produzione mondiale del vino.  A riprova i dati elaborati da Unione Italiana Vini ed Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) diffusi oggi  a Roma nel corso di una gremita conferenza stampa presso il Ministero delle politiche agricole e forestali.

“Un risultato che appare straordinario – ha commentato il presidente di Unione Italiana Vini, Antonio Rallo – confermato dalle notizie che provengono dalla filiera, anche se sarà il mese di novembre, quando le proiezioni si confronteranno con la realtà, a dare conferma di questo ottimo risultato”.

Una performance del nostro comparto vitivinicolo che, complice un favorevole decorso climatico, ci porta al sorpasso della Francia (che quest’anno si aspetta una produzione di 42,9 milioni di ettolitri: un meno 10% sulla produzione totale) e del Portogallo, dove si attende un decremento che potrebbe sfiorare il 20%. Praticamente invariate invece la produzione di Paesi come Spagna (42-43 milioni di ettolitri) e Germania (9 milioni di ettolitri).

Come sottolineato dal direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello: “La posizione di leadership si conferma ormai come un dato strutturale per il nostro Paese, senza incidere nelle rese sulla qualità prodotta. A fronte di una domanda stagnate interna che si è compressa vertiginosamente negli ultimi anni –  in Italia si consuma circa il 50% in meno del vino rispetto a 20 anni fa – questo fenomeno ha di fatto praticamente obbligato i produttori ad orientarsi sui mercati internazionali. E con successi di prim’ordine”. Come precisato ancora da Borriello, questi primi mesi dell’anno hanno mostrato poi un aumento dei volumi verso i mercati internazionali non soltanto in termini di valore, ma anche di quantità assolute.  Elemento fondamentale per un Paese come il nostro in cui quasi il 55% del vino prodotto è generico e solo il 45% è costituito da indicazioni geografiche protette.

Risultati dunque ottimali in termini di quantità e di export (nei primi cinque mesi dell’anno è stato registrato un + 5% rispetto al 2015)  e che tuttavia lasciano spazio di manovra per potenziare e migliorare il comparto, considerato trainante sui mercati esteri per tutto il food italiano.

Uva 2

Numerosi quindi gli strumenti messi a punto dal Governo su questo settore che –  come ha evidenziato  il capodipartimento del Mipaaf  Luca Bianchi – ha deciso di fare di tutto l’agroalimentare uno dei driver dell’economia italiana. Rafforzato dunque il percorso di difesa e salvaguardia del vino sia a Bruxelles che nel resto del mondo; razionalizzate le procedure per la promozione dei suoi prodotti all’estero; promossa – anche con accordi governativi diretti – la sua commercializzazione attraverso  l’e-commerce, con l’obiettivo di raggiungere più velocemente quei mercati che pur avendo grandi potenzialità per i nostri produttori, non conoscono a sufficienza – o affatto – i  nostri vini.

Senza trascurare ovviamente il sostegno alla ricerca pubblica: attraverso l’applicazione delle biotecnologie di nuova generazione, il  Crea (il Centro di Ricerca per l’Agricoltura e l’economia agraria),  ad esempio è riuscito a selezionare oltre 20  nuovi vitigni in grado di resistere meglio agli attacchi fitoparassitari e ambientali, permettendo migliori garanzie in rese e in termini di sostenibilità.

Le previsioni vendemmiali regione per regione

Fra le prime quattro regioni produttrici la Sicilia mostra una vistosa flessione (- 15%), mentre il Veneto, grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti,  evidenzia una leggera crescita (+ 2%).  Al Nord si assiste al lieve recupero del Piemonte, dopo due anni di scarsa produzione ed ad una notevole crescita in Val d’Aosta (+ 17%). Lombardia e Trentino Alto Adige sono le regioni che in questa area hanno sofferto maggiormente le incertezze climatiche. Anche Toscana e Umbria mostrano segnali di arretramento, mentre fondamentalmente stabili, con piccoli aumenti, si rivelano Lazio, Abruzzo e Molise. Particolarmente gravosa la situazione in Campania che registra, a causa di una pessima situazione meteorologica,  un -20% dei volumi rispetto allo scorso anno. Buona invece la vendemmia per Calabria e Basilicata, mentre la Sardegna conferma i dati dello scorso anno.

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