giovedì, Settembre 19, 2024
TerritorioTurismo in Italia

Un nuovo concetto di mobilità per il turismo alpino: la battaglia di Transdolomites

La chiamavano “Ferrovia del Paradiso” per via del panorama unico sulla Valle dell’Adige che man mano si apriva alla vista salendo da Ora, in provincia di Bolzano, verso la Val di Fiemme e la Val di Fassa. Ci passava il treno a scartamento ridotto che collegava, dal 1917 fino all’inverno del 1963, la linea ferroviaria Verona-Brennero a Predazzo, passando accanto a gallerie umide, castelli in rovina (quello sulla collina tra Egna e Montagna) e boschi che profumavano di rugiada.

Oggi sono in molti a rimpiangere questa ferrovia, chiusa insieme a molte altre in Italia per promuovere il traffico su strada. Risultato: un uso dell’automobile che, nel corso degli ultimi vent’anni, durante i mesi estivi e la stagione sciistica è diventato un incubo con smog, code chilometriche, passaggio di oltre 7.000 veicoli al giorno e abitanti esasperati (un esempio di quell’overtourism su cui ci si interroga in maniera sempre più diffusa anche in Italia).

C’è però un’associazione che, dal 2006, si sta battendo per far tornare il treno nelle valli e offrire una modalità più sostenibile, come accade da anni in Svizzera o in Austria : è la Transdolomites, che propone di collegare Trento con una nuova linea ferroviaria che raggiunga Penia, ultimo centro abitato della Val di Fassa dopo Canazei, ai piedi della Marmolada e lungo la Via Alpina

L’azione di Transdolomites nel corso degli anni è stata tenace: convegni, incontri, visite di studio, mobilitazione sul territorio, coinvolgimento dei Consigli Comunali e il lancio di una petizione popolare che ha raccolto 8.000 firme. Non solo: poiché una mozione del 2014 che impegnava la Giunta provinciale ad avviare al più presto uno studio di fattibilità della ferrovia era rimasta lettera morta, l’associazione ha anche commissionato un primo studio ad un tecnico, l’Ing. Giovanni Saccà dell’Università di Verona, e una successiva indagine di valutazione e di analisi del rapporto costi-benefici fra trasporto su gomma e su treno allo studio Hüsler di Zurigo. 

Transdolomites si attiva anche a Roma, presso RFI-Rete Ferroviaria Italiana, e finalmente nel giugno scorso, dopo tanto pressing, la Provincia di Trento decide di incaricare ufficialmente RFI di redigere lo studio di fattibilità della ferrovia, utilizzando anche i precedenti studi economici e tecnici elaborati e presentati negli anni dall’associazione. Nelle valli di Cembra, Fiemme e Fassa, lungo gli 85 km della linea, si possono prevedere 26 stazioni a servizio dei centri urbani e degli impianti di risalita, con treni moderni a piano ribassato, velocità che possono raggiungere i 100-120 km all’ora ed un tempo di percorrenza di 80 minuti. 

Viadotto di Gleno negli anni ’30 – Foto cortesia di Transdolomites

Ma Transdolomites si è fatta protagonista anche di altri percorsi. Per non perdere la memoria storica della “Ferrovia del Paradiso” ha lanciato l’idea di un crowdfunding per un museo diffuso lungo tutto il tracciato, visto che ci sono tanti luoghi (ex stazioni, manufatti, ponti spettacolari come il viadotto di Gleno, gallerie) che ancora parlano di lei e una pista ciclabile ci corre accanto. 

L’associazione è poi proprietaria di alcuni vagoni (tre viaggiatori, uno merci) costruiti negli anni ’20 del ‘900. Grazie soprattutto al supporto finanziario del Comune di Predazzo, una carrozza è già stata perfettamente restaurata anche negli interni, e alla fine di luglio è tornata, dopo 60 anni, a pochi metri dalla stazione terminale della linea (opera del celebre architetto Ettore Sottsass, 1852-1953), Si trova su un tronchino di binario e farà parte integrante della nuova biblioteca sovracomunale.

La carrozza e l’ex stazione di Predazzo – Foto cortesia di Transdolomites

Si prevede il restauro anche degli altri vagoni, che saranno posti a ricordo presso le stazioni di Ora, Montagna e Castello Molina.

E proprio a Ora lo scorso 5 settembre ha avuto luogo un evento importante: alla stazione della Ferrovia Elettrica della Val di Fiemme (che presto sarà restaurata), ed ai vecchi impianti annessi tuttora esissenti (rimessa locomotive, deposito, rifornitore idrico) è stato assegnato il premio “Euroferr 2024” per la loro alta valenza storica, turistica, archeologica ed ambientale. 

Una bella rivalsa per una linea il cui materiale rotabile era stato acquistato, dopo la chiusura, dalla ferrovia a scartamento metrico Genova – Casella, che si inerpica, un po’ come faceva la “Ferrovia del Paradiso”, nell’entroterra ligure, offrendo ai viaggiatori un bellissimo panorama sul golfo di Genova.

La società che gestisce questa linea, con molta lungimiranza, ha perfettamente restaurato, nella livrea e negli interni, una motrice viaggiatori che oggi viene spesso usata per treni speciali. Per chi ha nostalgia, basta balzare sul predellino, chiudere gli occhi e tornare, per un’ora, a sognare. 

Autore

  • Silvia Gravili

    Nata nell’81, dopo la laurea magistrale conseguita con lode e un dottorato di ricerca su sviluppo territoriale, turismo, sostenibilità e valorizzazione dei prodotti tipici delle filiere agroalimentari e artigianali, si è specializzata in Social media management. Esperta di comunicazione istituzionale, relazioni pubbliche e comunicazione di sostenibilità, attualmente svolge la sua attività al CIHEAM, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari.

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