venerdì, Novembre 22, 2024
Ambiente

Siccità: scampato pericolo questa estate in Italia?

di Gianluca De Angelis

Dopo la drammatica siccità dell’estate 2017, che ha provocato l’abbassamento del livello dei laghi e la secca quasi totale dei ruscelli montani, in base alle previsioni quella del 2018 si preannuncia meno drammatica.

L’inverno di quest’anno, infatti, è stato molto più piovoso e fortunatamente ciò ha comportato un riempimento degli acquiferi che dovrebbero garantire una dotazione idrica sufficiente per far fronte anche ai mesi più torridi. Lo ha confermato anche Erasmo D’Angelis, segretario dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale (l’organismo pubblico che coordina la gestione del sistema idrico), durante una riunione a Roma dell’Osservatorio Idrografico dell’Italia Centrale.

“Il punto debole è che tante emergenze idriche sono crisi di infrastrutture – ha aggiunto – tutte quelle dell’Italia centrale sono vetuste. Oltre la metà hanno più di 50 anni, alcune hanno superato gli 80. L’Italia centrale perde in media il 47% dell’acqua immessa, contro una media nazionale intorno al 41%, che è già la più alta d’Europa. È un tema urgente da affrontare, un lavoro molto costoso e a lunga scadenza”.

Dopo la forte siccità dello scorso anno, infatti, l’Autorità di bacino dell’Appennino centrale ha studiato una serie di interventi da realizzare nell’arco di diversi anni (ora in fase di progettazione) per una cifra di circa 650 milioni di euro. A Roma, invece, dopo l’emergenza idrica che durante l’estate 2017 aveva costretto l’amministrazione a prendere provvedimenti in merito alla distribuzione d’acqua, gli interventi sono stati decisamente concreti: dall’agosto 2017 ad oggi, infatti, l’Acea ha individuato e ridotto le grosse perdite nelle condutture dell’acquedotto capitolino. L’impressionante cifra della quantità d’acqua “salvata” sarebbe infatti di circa 2.300 litri al secondo, l’equivalente di 80 piscine olimpioniche ogni giorno.

Resta comunque alta l’allerta per eventuali innalzamenti dei picchi termici dovuti alle correnti d’aria africane, in una situazione dove i cambiamenti climatici stanno diventando sempre più evidenti: in Europa anche la Germania, ad esempio, è alle prese con una situazione di emergenza siccità, dopo un abbassamento delle precipitazioni annuali di addirittura l’80-90%. In tutto il Vecchio continente, al momento, il rischio più grande per l’agricoltura e per i raccolti resta la grandine: a causa degli sbalzi di temperatura, infatti, è diventato un fenomeno atmosferico molto più frequente rispetto al passato.

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