giovedì, Novembre 21, 2024
Un paniere di ortaggi – Commissione U.E.
Ambiente

Salviamo il Pianeta facendo la spesa

I consumatori indipendenti dell’Unione studiano i consumi green. Il 76% degli italiani intervistati si preoccupa dell’impatto della propria spesa alimentare sull’ambiente, ma per il 44% il costo dei prodotti ecocompatibili è troppo alto. Verso la “transizione giusta”

di Barbara Civinini

Disposti a fare la propria parte per un mondo meno inquinato, anche a cambiare il modo di fare la spesa. Questo è l’orientamento dei consumatori europei messo a fuoco dalla ricerca coordinata dall’organizzazione dei consumatori indipendenti, BEUC – acronimo francese di Bureau Européen des Unions de Consommateurs – in 11 paesi dell’Unione e realizzata in Italia da Altroconsumo.

Nel nostro Paese lo studio ha coinvolto un campione di 1.025 individui tra i 18 e i 74 anni per individuare i comportamenti più diffusi e i provvedimenti più urgenti in materia di alimentazione e sostenibilità. Pochi giorni fa, infatti, è stata approvata dalla Commissione Europea la strategia per un’alimentazione sostenibile “Farm to fork”. Il 76% degli intervistati – spiega Altroconsumo – si preoccupa dell’impatto della propria spesa alimentare sull’ambiente, però il 44% ritiene che il costo dei prodotti green sia troppo alto. Tuttavia il 68% sostiene di essere disposto a cambiare le abitudini sbagliate e il 55% è disposto ad acquistare più verdura e prodotti a base vegetale. Il 29% degli intervistati spenderebbe di più per alimenti sostenibili.

Ma quando si passa dalle buone intenzioni alla bistecca cosa succede? Il sondaggio scopre che solo il 7% ha smesso di mangiare carne rossa – la cui produzione impatta fortemente sull’ambiente – e che il 21% non ha nessuna intenzione di farne a meno. Tuttavia c’è un 45% che ne ha ridotto il consumo per motivi di rispetto dell’ecosistema.

Altroconsumo ha anche cercato di capire perché ancora molti italiani stentino a fare delle scelte green ed è emerso che il problema maggiore è quello della disinformazione (39%). I prodotti ecocompatibili non solo sono i più cari ma le etichette sulle confezioni non sono chiare riguardo ai metodi di produzione e all’origine della materia prima (41%). Per il 66% degli intervistati, infatti, è cruciale l’utilizzo obbligatorio di un’etichetta chiara sulla sostenibilità dei prodotti.

Non solo. Per gli italiani interpellati è necessario intervenire anche sul processo produttivo con l’introduzione di norme sulla sostenibilità più rigide (55%) e un inasprimento della tassazione per gli alimenti poco green (38%), mentre il 62% ritiene che sia necessario dare incentivi agli allevatori e agli agricoltori che se impegnino a produrre in modo sostenibile.

Nel marzo scorso Altroconsumo ha presentato il suo primo Manifesto green, toccando temi come economia circolare, spreco alimentare, acqua potabile, energia, salute, finanza sostenibile, denuncia delle fake news e perfino lotta al falso impegno ambientale. Nell’ambito del Green Deal europeo, presentato a Bruxelles lo scorso dicembre, la Commissione ha annunciato un piano d’azione sull’economia circolare, con una strategia dal “produttore al consumatore”, per una politica alimentare sostenibile e un’Europa senza inquinamento. Si tratta della cosiddetta “transizione giusta” che dovrebbe mobilitare almeno 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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