martedì, Dicembre 3, 2024
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Repressione e prevenzione per sconfiggere il Caporalato

Più sostanza, meno forma e massima concertazione fra tutte le parti sociali per combattere e cercare finalmente di sconfiggere la piaga del Caporalato. Così il ministro del Lavoro e vice Premier Luigi Di Maio al termine dell’incontro di ieri presso la Prefettura di Foggia dove è stato avviato un tavolo di lavoro permanente sulla problematica e che coinvolgerà uffici dello Stato,  parti sociali,  Terzo settore e datori di lavoro in un confronto continuativo al fine di portare a soluzione definitiva la questione.

A meno di un mese dai gravi incidenti stradali che proprio sulle strade della regione Puglia hanno portato quasi 20  braccianti a perdere la vita, accendendo ancora una volta i riflettori – in particolare in agricoltura –  sulla violazione sistematica di tutta la normativa a tutela del lavoratore,  il ministro Di Maio ha annunciato quindi la definizione di  un crono programma per l’avvio di un piano triennale per il contrasto al Caporalato.

“L’illegalità si annida dove lo Stato non ha un sistema efficiente ed efficace” ha detto il ministro in conferenza stampa,  sottolineando da una parte la necessità di mettere la legge 199 – quella approvata dal precedente Governo sul Caporalato –  in condizioni di funzionare (attraverso il finanziamento di quelle disposizioni che per il momento ne hanno limitato l’efficacia) dall’altra avviando un programma di interventi istituzionali come la ristrutturazione dei Centri dell’impiego e il potenziamento dei trasporti pubblici in modo da tagliare alla base le motivazioni per cui lo stesso fenomeno si innesta.  “Spesso i caporali offrono un servizio ‘chiavi in mano’ ai datori di lavoro, offrendo persone disponibili a seconda delle esigenze e portando gli stessi sui luoghi preposti”.  Il riappropriarsi da parte dello Stato di queste due funzioni – attraverso una gestione diretta della domanda e dell’offerta di lavoro e con la predisposizione di un adeguato servizio di trasporti che permetta al lavoratore di raggiungere le postazioni –  toglierebbe automaticamente linfa alla situazione di illegalità che si è venuta a creare.

Allo stesso tempo, precisa il ministro,  è necessario intervenire per riequilibrare il sistema dei prezzi nel settore primario, vessato da contrattazioni al costante ribasso imposte dalla grande distribuzione e dall’invasione di derrate provenienti dall’estero a costi risibili. Maggiori marginalità per i contadini contribuirebbero a tutelare gli imprenditori più virtuosi da quella concorrenza completamente sleale di chi riesce a mantenersi sul mercato a queste condizioni proprio violando qualsiasi principio di legalità.

Massima attenzione per il contrasto al Caporalato dunque,  che  – come precisato dal vice Premier  – non è altro che una delle espressioni più becere della diffusione endemica in Italia del lavoro nero, fenomeno che coinvolge indistintamente  tutta la penisola e contro cui il Governo ha deciso di mobilitare le sue forze.  Di Maio ha precisato quindi la sua intenzione di emanare a breve una direttiva per l’INL per definire con più precisione  l’operato dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro concentrandolo quasi in esclusiva sulla repressione del Caporalato e del lavoro nero.   Insieme  il  ministro ha evidenziato la necessità di interventi maggiori e più incisivi nel monitoraggio delle possibili situazioni di irregolarità  da parte dell’Ispettorato del lavoro, annunciando proprio da Foggia un imminente cambio di vertice alla sua Direzione nazionale, considerato fondamentale per superare quella logica “delle carte a posto” che condizionano troppo spesso l’operato di questa Agenzia del dicastero di via Veneto.

 

Cristiana Persia

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