EXPO 2015 – A Milano per parlare di risorse alimentari
L’esposizione universale che si è aperta il 1° maggio non è stata solo una sfida per l’Italia che ha dovuto dimostrare di meritarsi l’ambito compito di ospitare la rassegna: è anche una sfida al futuro stesso dell’uomo, alla sua capacità di preservare la natura, di far fronte ai nuovi bisogni alimentari e al sostentamento della popolazione mondiale in crescita esponenziale. Tutti i Paesi della Terra, dai più ricchi ai più poveri, si sono presentati a questo importante appuntamento con diversi obiettivi e speranze, ma tutti si sono sentiti uniti nella ricerca di soluzioni per poter godere di un futuro migliore.
Mediaquattro, nei primi giorni dell’esposizione, ha compiuto un rapido giro tra i padiglioni che costellano questa cittadella sorta come per miracolo (considerate le vicissitudini che ne hanno segnato la gestazione) ricavandone un insieme di emozioni significative.
EXPO 2015 apre e l’emozione è tecnologica
Puntuale, come promesso, l’EXPO si è aperta il 1° maggio 2015. Con qualche imperfezione, ma la corsa contro il tempo ha dato ragione all’impegno di migliaia di lavoratori che in men che non si dica (a novembre il cantiere – ricordiamo – era ancora una spianata acquitrinosa) sono riusciti, magari con qualche sforamento di budget, in quello che è stato tosto ribattezzato “il nuovo miracolo italiano”.
Milano e l’emozione di EXPO
Ma non è solo la cittadella vicino a Rho a focalizzare l’attenzione dei visitatori di questa rassegna mondiale. Tutta le località d’Italia sono impegnate a mostrare le doti del nostro Paese, le qualità (non solo agroalimentari) che ci hanno sempre contraddistinto nel mondo. Numerosi sono gli appuntamenti e le manifestazioni che si susseguiranno in tutte le città, i paesi, i borghi della penisola: a cominciare proprio da Milano, che per l’occasione ha mostrato come la vita cittadina può essere meno “grigia” di quanto ci si possa immaginare…
Il Decumano…e l’occhio si perde!
E’ la prima cosa che si presenta davanti agli occhi appena si esce dai tornelli della supervigilata entrata. Il Decumano, il viale centrale di EXPO, deve il suo nome ad una delle vie direttrici su cui venivano strutturate le città romane: quella che correva, dopo aver seguito i buoni auspici degli àuguri, da est ad ovest, incrociando ad angolo retto la direttrice nord-sud, il “Cardo”, cosa che accade anche in questa moderna città esposizione.
Il simbolo di EXPO: l’Albero della Vita
Un albero troneggia all’interno della cittadella esppositiva. E’ l’albero della Vita: la struttura di acciaio e legno – opera di MArco Balich – è stata anche la vittoriosa risposta, a dimostrazione della capacità e dell’impegno italiano, alla sfida posta dal rush finale dei lavori. Chiaramente ispirata al disegno del progetto michelangiolesco della Piazza del Campidoglio di Roma, con i suoi 37 metri di altezza quest’opera si illumina ogni sera per offrire al visitatore un suggestivo spettacolo di suoni e giochi d’acqua.
La collina mediterranea
Al termine del Decumano (o all’inizio, per chi entra dall’accesso Est di Roserio) una collina delimita l’area espositiva: fa parte dell’area dedicata alla biodiversità e ai suoi piedi sorge l’area di Slow Food. Dalla sua sommità si può spaziare con lo sguardo fino ai grattacieli di Milano, oppure si può godere una visione completa dell’EXPO e dei suoi padiglioni, lasciandosi ammaliare dai raggi rosati che al tramonto attraversano le piante, tutte di origine mediterranea, che ne costellano la superficie.
Una rete “tecnologica” per il Brasile
Una rete interattiva collega i tre piani su cui si sviluppa il padiglione carioca: il piano tecnologico, quello culturale e quello sociale. Per mostrare il Paese come possibile partner efficiente e innovativo, per evidenziare i diversi prodotti tipici alimentari e i tipi di cucina, per garantire l’accesso ad un’alimentazione globale, sufficiente e sana. Camminando sulla rete sospesa in tutto il padiglione, i visitatori interagiscono con l’ambiente circostante grazie a dei sensori che modificano suoni e luci secondo i loro movimenti.
UK: il grande alveare
La Gran Bretagna ha focalizzato l’attenzione sull’importanza delle api e sul ruolo fondamntale da esse svolto nell’impollinazione (e non solo) e quindi sull’intero ciclo vitale della natura. La struttura in alluminio che domina il padiglione è la fedele ricostruzione di un alveare adesso sotto osservazione nell’Università di Nottingham. Al suo interno una serie di luci riproduce gli spostamenti delle api e la vitalità di quanto accade realmente in quel momento sotto gli occhi dei ricercatori.
Germania: le idee scendono in campo
“Campi di idee” è il titolo del padiglione tedesco che, attraverso un approccio tecnologico e multimediale, spinge il visitatore ad una partecipazione quanto più possibile attiva per la tutela delle risorse del nostro pianeta, per la conservazione e il miglioramento della biodiversità e per un’educazione alla cultura della sensbilità in ogni nostra azione. Anche in questo padiglione sono le api a farla da padrone, tanto per giocare sul motto “Be(e) Active” che conclude il percorso interno.
Svizzera: ce n’è per tutti?
Caffè, mele, sale e acqua: quattro prodotti tipici dei Cantoni sono stati stipati nelle quattro torri del padiglione elvetico all’inizio di EXPO. I visitatori sono invitati a servirsene liberamente – come in un self service gratuito – tenendo però conto che chi verrà dopo di loro potrà, o meno, trovarne a disposizione. Perché le torri non verranno mai più rifornite fino alla conclusione della manifestazione. Per far capire che le risorse, sulla Terra, non sono inesauribili.
Cile: natura selvaggia e travolgente
Un viaggio ipersensoriale, che racconta la natura selvaggia e travolgente del Paese, tra i diversi ecosistemi che lo caratterizzano. Deserti, fiumi, valli, mare e montagne, con la vita che cresce in ognuno di essi e con gli strumenti ideati dall’uomo per preservarla. E con i prodotti tipici che si possono degustare nell’area relax posta all’ingresso, con tavoli e panche adagiati sotto una struttura sorretta da quattro pilastri in cemento, che vuole ricreare l’orizzonte temperato tipico dell’architettura cilena.
Austria: aria fresca di bosco
Cosa c’è di meglio che perdersi in un bosco nel centro di Milano? lo si può fare in questo padiglione, dove è possibile percepire il microclima tipico di una passeggiata in montagna. Il tema dominante è l’aria, elemento fondamentale per la nostra esistenza e per la qualità della vita. Con una fusione fra architettura, natura, cultura e ricerca, all’interno del padiglione si producono -senza impiantgi di climatizzazione – circa 62 kilogrammi di ossigeno l’ora mantenendo una temperatura di 5 gradi inferiore all’area esterna.
‘Na tazzulella ‘e caffé…
Nel cluster dedicato al caffé sono ospitati molti dei Paesi produttori, ciascuno con la sua specialità. Ma non poteva mancare un piccolo/grande oggetto – ideato e costruito per la prima volta al mondo proprio in Italia – che rende questa bevanda, la più amata da noi italiani, uno dei nosri marchi identitari all’estero: la macchina da caffè espresso.
Sulla via per l’Expo: la “Chiesa dell’Autostrada”
Arrivare in auto a Milano dal Sud, con l’Autostrada del Sole, è una delle cose “suggerite” ai turisti stranieri per fare conoscenza con il territorio, l’arte, la cultura e (perché no?) la gastronomia del Bel Paese. Proprio lungo l’A1, al casello di Firenze Nord, si innalza la chiesa di San Giovanni Battista, la “Chiesa dell’Autostrada”: un’opera d’arte che accoglie i viaggiatori avvolgendoli in un’aura di pace e serenità, favorendone il raccoglimento.
Autore
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Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.
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