giovedì, Novembre 21, 2024
Attualità

Marrakech: si chiude la Cop22

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Si è chiusa a Marrakech la Cop22. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima si è discusso di come implementare gli accordi siglati lo scorso anno a Parigi. Accordi che mirano a limitare l’aumento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.

Sono 196 gli Stati che hanno preso parte alla Cop22. Nella dichiarazione conclusiva si ribadiscono gli impegni assunti in Francia. Ora l’obiettivo è quello di riuscire a mobilitare almeno 100 miliardi di dollari all’anno da versare ai Paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti. Un’impresa che se da un lato appare titanica, dall’altro è totalmente insufficiente visto che, secondo le stime Onu, servirebbero dai 5 ai 7mila miliardi di dollari annui per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile che sia in grado di aiutare i Paesi in difficoltà.

 

La prossima amministrazione Trump fa paura

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Sulla Conferenza ha pesato anche il timore della prossima amministrazione Trump. “Un solo Paese, un solo uomo, una sola persona – ha provato a tranquillizzare Tina Johnson, direttore delle politiche statunitensi per il clima – non possono controllare l’esito di un destino che sembra ormai scritto. Il cambiamento climatico è reale, dobbiamo agire e fare tutto il possibile. Penso che i discorsi degli ultimi giorni abbiano avuto un impatto e un effetto sulla nostra società civile e su altri Paesi”.

A Marrakech era presente anche il segretario di Stato uscente John Kerry, quasi a voler assicurare che le politiche statunitensi non cambieranno, nonostante il presidente eletto Trump abbia definito i cambiamenti climatici ‘un inganno’ e abbia garantito che Washington uscirà rapidamente dagli accordi di Parigi. Gli Stati Uniti, va ricordato, sono considerati una delle economie mondiali più inquinanti e insieme alla Cina sono responsabili del 38% delle emissioni mondiali. Da questo punto di vista la Cina ha invece voluto confermare, sempre durante la conferenza, di voler dar seguito agli impegni presi durante la Cop21 di Parigi. Questa decisione mette quindi la potenza asiatica in testa ai Paesi che cercano di salvaguardare l’ambiente e il clima del pianeta Terra.

 

Il Regno Unito ratifica l”accordo di Parigi sul clima

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Sempre oggi il Regno Unito, come riferisce il quotidiano britannico “The Guardian”, è’ il 111mo Stato a ratificare l”Accordo di Parigi sul clima, che punta a evitare gli effetti negativi del cambiamento climatico tagliando le emissioni di anidride carbonica. Il segretario agli Esteri, Boris Johnson, che sull’argomento ha manifestato posizioni scettiche, ha apposto la sua firma all”intesa, in mancanza di obiezioni da parte del parlamento. Parlando alla conferenza Cop22 di Marrakesh promossa dalle Nazioni Unite, il sottosegretario all’Industria e al clima, Nick Hurd, ha definito l”accordo “storico” e ha detto che l’impegno britannico può contribuire ad accelerare l”azione globale contro il cambiamento climatico.

 

47 Paesi si impegnano per fine produzione combustibili fossili 

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Tra i risultati raggiunti va segnalato l’impegno di quarantasette Paesi, tra quelli più vulnerabili ai cambiamenti climatici e per questo membri del Climate Vulnerable Forum, i quali hanno dichiarato l’intenzione di convertirsi interamente all’energia rinnovabile il prima possibile. L’annuncio è stato fatto durante la conferenza sul clima a Marrakech,  dove i negoziatori stanno definendo i dettagli dell’accordo stipulato l’anno scorso per mantenere l’aumento della temperatura globale rispetto all’epoca preindustriale “ben al di sotto” dei 2 gradi e a “perseverare negli sforzi” per rimanere sotto 1,5 gradi.

“L’impegno dei Paesi membri del Climate Vulnerable Forum a sostenere le loro economie completamente con fonti di energia rinnovabile è una visione audace che dà il ritmo agli sforzi mondiali per attuare l’accordo di Parigi e muoversi ancora più rapidamente per risolvere la crisi climatica”, ha detto l’ex vicepresidente Usa Al Gore. Anche il commissario europeo per il Clima e l’Energia Miguel Arias Canete ha anche accolto con favore l’iniziativa, sottolineando come rappresenti una leadership morale. “Questi Paesi stanno già vivendo la terrificante realtà del cambiamento climatico. E la loro stessa esistenza è in bilico”, ha detto Canete.

 

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