giovedì, Novembre 21, 2024
Agricoltura

Maltempo e siccità mettono in ginocchio l’agricoltura

Fine settimana disastroso per il Nord Italia, colpito dall’ondata di grandine e maltempo che ha provocato ingenti danni in Veneto, Lombardia e Trentino

I comuni di Enego, a seguito di una frana, e quello di Vittorio Veneto, colpito da violenti grandini, hanno richiesto entrambi lo stato di calamità naturale. A Vicenza le forti piogge hanno bloccato un pullman in un cavalcavia, mentre una tromba d’aria si è abbattuta in provincia di Brescia.

Secondo la Coldiretti il conto dei danni all’agricoltura è alto, e va dalle serre di ortaggi e fiori divelte, ai campi di mais distrutti fino ai vigneti di Prosecco rovinati. I temporali improvvisi, abbattutisi a macchia di leopardo nella pedemontana (Veneto), hanno trasformato l’area in un “campo di battaglia”.

Per l’associazione degli agricoltori le precipitazioni non fanno altro che aggravare lo stato di grave siccità dei campi, dato che l’acqua per poter essere assorbita deve cadere in modo continuo. Si stima che gli eventi estremi abbiano provocato in Italia danni per più di 14 miliardi di euro in 10 anni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e infrastrutture.

Per una parte d’Italia colpita da nubifragi ce n’è un’altra che invece continua a soffrire la siccità, come ribadito dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a margine dell’assemblea annuale dell’Unione petrolifera: “Se non piove è chiaro che la situazione resta critica, stiamo monitorando la situazione minuto per minuto, con una cabina di regia che è costantemente informata e pronta ad affrontare le situazioni più difficili. Le prime risposte – ha dichiarato Gian Luca Galletti – le abbiamo già date a Parma e Piacenza, -dove siamo intervenuti subito definendo lo stato di emergenza nazionale e intervenendo con 8 milioni e 650 mila euro per affrontare i primi interventi, per il resto interverremo volta per volta regolando i deflussi dell’acqua”.
Sulla necessità di un piano sugli invasi soprattutto al nord, Galletti ha poi sottolineato che “a questo punto è diventato un tema emergente in un paese dove piovono circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno e noi ne recuperiamo solo l’11%”.

Sempre la Coldiretti ha invece puntato l’attenzione sul giugno bollente di Roma, dove le temperature massime sono risultate superiori di 4,3 gradi la media di riferimento, mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 75% provocando una crisi idrica di portata storica.

Questo è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla seconda decade del mese che evidenzia le ragioni dello stato di sofferenza del Lago di Bracciano, la riserva idrica della Capitale, da dove Acea preleverà 1.300 litri di acqua al secondo, invece dei 1.600-1.800 programmati per giugno e luglio sulla base di quanto concordato dall’Osservatorio permanente sugli usi idrici.

La situazione – sottolinea la Coldiretti – è critica, con danni incalcolabili subiti dal settore agricolo del Lazio con le falde che risultano in costante abbassamento nell’agro romano e nel comprensorio dei Castelli mentre nella Tuscia tra pochi giorni, se non piove, si dovranno irrigare persino uliveti e vigneti per salvare piante e raccolti.

A Latina – continua la Coldiretti – si concentra il grosso della produzione regionale di ortaggi, gli agricoltori sono disperati perché l’acqua per irrigare ormai manca del tutto, gli invasi sono a secco, le falde prosciugate con il rischio per le aziende di veder bruciati dalla siccità ettari di campagne coltivati ad angurie, carote, meloni, melanzane, pomodori senza poter fare alcun tentativo per salvare almeno in parte il raccolto. Le conseguenze economiche saranno pesantissime anche per gli allevatori che hanno perso, o stanno perdendo, mais e foraggi seminati per mettere in deposito il fieno necessario ad alimentare il bestiame durante i mesi invernali. Saranno costretti a comprarlo sul mercato – spiega la Coldiretti – con spese aggiuntive che finiranno per erodere i già esigui margini di reddito degli allevatori laziali.  “Ancora pochi giorni e, se non pioverà – ha sottolineato David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio – migliaia di aziende agricole di tutta la regione perderanno i raccolti. Il sistema agricolo regionale rischia il tracollo”.

 

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