L’Ue contro lo spreco alimentare
A Bruxelles si cercano soluzioni per un consumo responsabile del cibo
Dimezzare in Europa lo sperpero di cibo del 30% entro il 2030 e del 50% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2014. E’ quanto si propongono i deputati al Parlamento europeo dove è in discussione l’approvazione di un testo per sollecitare la Commissione per una direttiva che possa far raggiungere al più presto questi risultati ai Paesi dell’Unione.
D’altronde le cifre a disposizione su questa problematica presentano un quadro piuttosto allarmante. Fra i Paesi dell’Unione, lo spreco di cibo è stimato infatti in circa 88 milioni di tonnellate l’anno, pari a 173 kg pro-capite. A questo bilancio si aggiunge il fatto che non solo la produzione e lo smaltimento di questi rifiuti portano all’emissione di 170 milioni di tonnellate di CO2, ma che la loro eliminazione porta al consumo di ulteriori 261 milioni di tonnellate di risorse.
Uno sperpero che risulta legato sia ad alle errate dinamiche del comparto della distribuzione, quanto a comportamenti superficiali in tal senso sia da parte della filiera della ristorazione quanto dello stesso consumatore finale, in genere poco attento nell’acquisto e pronto a far finire nella spazzatura parte degli acquisti effettuati.
Per arginare questo fenomeno gli europarlamentari chiedono un intervento su due fronti. Innanzitutto una politica che determini una defiscalizzazione sui prodotti che verranno donati, in modo da sollecitare comportamenti virtuosi dagli esercenti commerciali che si confrontano con le ingenti rimanenze. Su questi un’esenzione per l’Iva potrebbe infatti rendere non solo etico, ma anche conveniente regalare le eccedenze alle fasce sociali più deboli.
Sul fronte dei consumatori gli eurodeputati sollecitano poi una revisione sulla normativa che riguarda le scadenze in etichetta. Si chiede in particolare un’adeguata campagna di informazione verso gli acquirenti per i prodotti in cui viene indicato “da consumarsi preferibilmente entro”. Le varie azioni messe in campo dai singoli stati dovrebbero riuscire a responsabilizzare i consumatori sul controllo dello stato di conservazione dell’alimento prima di gettarlo poiché potrebbe avere conservato integre tutte le sue caratteristiche ed essere mangiato senza nessun pericolo per la propria salute.
Si chiede poi alla Commissione di valutare la rimozione delle date di scadenza per i prodotti che non presentano alcun rischio per la salute e per l’ambiente.
Nutrire una popolazione che sfiorerà i 10 miliardi di persone entro il 2050 sarà una sfida senza precedenti sfida per l’umanità e richiederà una strategia globale multiforme e integrata. Aumentare la produzione di cibo è solo uno dei tanti modi per affrontare questa prova. Gli esperti sono ormai concordi sul fatto che la migliore strategia che adesso abbiamo a disposizione per migliorare la disponibilità di cibo sarebbe semplicemente quella di ridurre gli sprechi. Azioni verso questo proposito oltre a moderare l’impeto verso crescite non sostenibili, allevierebbe automaticamente la pressione sulle risorse del nostro Pianeta e favorirebbe il contenimento delle emissioni di gas serra (per le quali l’Ue ha assunto un impegno del 20% riduzione entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990).
Cristiana Persia