Legambiente mostra i numeri degli Ecoreati
Presentato a Roma, presso la sala della Lupa di Montecitorio il rapporto “”Ecomafia 2018 – Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”. Boom di Inchieste e arresti
A tre anni dal varo della legge 68/2015 con cui sono state definite ed introdotte nel codice penale le disposizioni in tema dei Delitti contro l’Ambiente, il nuovo rapporto di Legambiente mette in evidenza l’operato di magistrati e Forze della Polizia nel 2017, segnalando un incremento esponenziale dell’attività di questi ultimi nel contrasto del crimine in questo settore.
I dati forniti dal Ministero della Giustizia indicano in 158 gli arresti per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell’anno precedente. Procede poi spedita la lotta avviata dalle Forze dell’ordine contro le attività dei trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016), con 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016).
Gli illeciti ambientali contestati dalle varie autorità preposte per il 2017 nei vari settori di indagine (edilizia, incendi, agroalimentare, animali, rifiuti, beni culturali) sono stati 30.692 (+18,6% per cento rispetto all’anno precedente), ben 39.211 il numero di persone denunciate (con una crescita del 36%), mentre i sequestri effettuati ammontano a 11.027 (+51,5%).
Tutta l’Italia è coinvolta dal fenomeno, ma è in quattro regioni – quelle dove è più forte il fenomeno mafioso – che è stato verbalizzato il 44% del totale nazionale di infrazioni. In testa a questo triste primato la Campania, in cui si registra il maggior numero di illeciti ambientali (4.382 che rappresentano il 14,6% del totale nazionale), seguita dalla Sicilia (3.178), dalla Puglia (3.119), dalla Calabria (2.809) e dal Lazio (2.684).
Numeri che senza troppi veli fanno intuire il business che si cela dietro queste attività criminali. Si stima che nel 2017 i proventi derivati da questi illeciti siano stati di oltre 14 miliardi, con un + 9,4% rispetto al 2016.
Il rapporto Ecomafie offre una fotografia inquietante, specchio più fedele degli abusi perpetrati in questi anni, spesso in maniera palese agli occhi della popolazione, ma che insieme sembrano testimoniare l’avvio di un iter restrittivo per ristabilire un nuovo equilibrio fra società e territorio.
Come ribadito dal messaggio inviato dal Presidente Mattarella a commento del Rapporto Ecomafie 2018, la crescita negli anni di una coscienza nel e nel grande valore delle risorse ambientali, impone a tutti noi una cura e una responsabilità precisa per la loro tutela. La predazione del territorio, ribadisce infatti il Presidente, “non rappresenta solo un delitto contro le generazioni di domani, ma costituisce nell’oggi una violenza che comprime il diritto stesso della persona”.
Il rapporto evidenzia i settori in cui si concentrano le principali attività criminali.
Il settore dei rifiuti è quello che presenta il maggior numero di attività illecite il 24%, più di quanto contestato per i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22,8%), gli incendi boschivi (21,3%) o il ciclo del cemento (12,7%).
In crescita anche le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine nell’ultimo anno e mezzo (1 gennaio 2017 – 31 maggio 2018) nell’ambito di 54 inchieste (in cui è stato possibile ottenere il dato, su un totale di 94) sono state più di 4,5 milioni di tonnellate. Pari a una fila ininterrotta di 181.287 Tir per 2.500 chilometri.
Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Più che allo smaltimento vero e proprio è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco.
Mafie e corruzione sono fra i problemi più gravi con cui le autorità devono confrontarsi. Sono infatti 331 i clan censiti da Legambiente attivi nelle varie forme di crimini ambientali. Sedici i Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa solo a partire da gennaio 2018, 20 nel 2017. 44 in tutto quelli attualmente commissariati.
In Italia si continua a costruire abusivamente. Secondo le stime del Cresme, nel solo anno passato sarebbero oltre 17.000 le nuove case abusive.
In crescita poi i reati nel settore agroalimentare, oltre 37mila quelli contestati. Ammontano a 22mila le persone denunciate o diffidate in questo settore, mentre sono 196 gli arresti effettuati e 2773 i sequestri, per un valore complessivo di quasi un miliardo di euro (+ 30% rispetto al 2016).
Crescono anche i reati contro la biodiversità, più di 6mila le persone denunciate lo scorso anno, quasi 17 al giorno.
Sotto attacco anche il nostro patrimonio artistico. Nel 2017 sono stati 719 i furti d’opera d’arte, che si stima abbiano generato proventi illeciti per oltre 300 milioni di euro.
Ancora fuori controllo la situazione degli shopper. Secondo i dati di Assobioplastiche, ad oggi in media ancora 60 buste su 100 in circolazione sono fuori legge.