Ittiturismo e Pescaturismo, prospettive di sviluppo in Veneto
L’Osservatorio di Chioggia di Veneto Agricoltura analizza l’innovazione e fornisce i numeri. Punti di forza e di debolezza. Il confronto con Emilia Romagna e Friuli V.G.
Nonostante siano attività ancora poco presenti in Veneto, è indubbio che pescaturismo e ittiturismo potrebbero rappresentare, per il futuro del settore ittico, una fonte di reddito complementare per le comunità costiere, oltre ad una forma di ulteriore valorizzazione e salvaguardia degli ambienti marini delle coste venete e dell’Alto Adriatico in generale.
Ittiturismo e Pescaturismo in Veneto è il recente Report dell’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura (sede a Chioggia, Ve). Per meglio capire questi due settori innovativi del comparto pesca è meglio definire anzitutto il loro perimetro d’azione.
Per Ittiturismo si intende quella attività di ospitalità in camere o unità abitative, con possibilità di somministrazione di pasti, esercitata da imprenditori ittici, connessa alle comuni attività di pesca o di acquacoltura e svolta attraverso l’utilizzo della propria abitazione o di strutture nella disponibilità dell’imprenditore, come casoni e capanni. A inizio 2015 in Veneto se ne contavano 4 (quattro) tutti localizzati in provincia di Venezia.
Il Pescaturismo è invece l’attività di imbarco di persone, non facenti parte dell’equipaggio, su natanti da pesca a scopo turistico-ricreativo, che viene esercitata da pescatori di professione singoli o associati, che prevedono dimostrazioni di pesca mediante l’impiego di sistemi consentiti e ristorazione effettuata a bordo. Questa attività ha riscontrato più successo, e ben 35 (trentacinque) sono le realtà che la praticano: 20 con autorizzazione di pescaturismo in acque marittime, e 15 autorizzati in acque lagunari e interne.
Nel Report vengono analizzate le componenti legislative che regolano il settore in Veneto, soprattutto a seguito della L.R. 10 Agosto 2012 n. 28 e dei successivi decreti attuativi. I tecnici di Veneto Agricoltura hanno anche approfondito alcune criticità tipiche di questo comparto. Ad esempio l’eccessiva burocrazia, la difficoltà di accesso al credito, l’assenza di una comune strategia di valorizzazione e promozione di queste realtà territoriali cui la nuova programmazione FEAMP (Fondo Europeo per gli affari Marittimi e la Pesca) potrebbe, in parte, sopperire. Non manca nel lavoro dell’Osservatorio qualche proposta come l’utilizzo di fondi strutturali per ammodernare le strutture adibite a ittiturismo, la creazione di Consorzi di promozione da parte degli operatori, organizzare momenti di confronto/sintesi fra Enti competenti.
Il Rapporto si chiude con un confronto della realtà veneta con le due limitrofe di Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, dove sono presenti 19 imprese che fanno pescaturismo in mare nella prima, e 23 pescaturismi in mare e 5 ittiturismi nella seconda.