Galletti: “Migliorare la qualità dell’aria nel bacino padano”
A Bologna vertice con il ministro dell’Ambiente sulle tematiche ambientali di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Per diminuire l’inquinamento nella zona previsto un piano anti-smog che interviene su traffico, impianti di riscaldamento e agricoltura. Legambiente intanto fa sentire la sua voce e chiede al ministro di applicare velocemente i piani regionali
“Per lo smog nella pianura padana rischiamo una possibile infrazione dell’Unione europea. Abbiamo periodi di sforamento troppo lunghi. Questo è uno dei problemi che dobbiamo affrontare”. A dirlo è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti al termine del vertice con gli assessori delle quattro regioni padane, Lombardia, Veneto, Piemeonte ed Emilia-Romagna.
“La situazione – sostiene il ministro – è migliorata rispetto al passato. E’ vero che dobbiamo fare ancora di più e la situazione resta critica. Siamo in una zona difficile che richiede un impegno straordinario. Il miglioramento rispetto agli ultimi anni non ci soddisfa ancora e dobbiamo continuare con azioni molto forti. Si agirà su tre fronti principali: traffico, impianti di riscaldamento e agricoltura. Sul fronte riscaldamento, ci sarà l’anticipo alla prossima estate del decreto sulle “caldaiette” che mette in pratica al bando gli impianti più vecchi ed inquinanti dando contributi fino al 65% per chi ne installa di nuova generazione”.
Ad incontrare Galletti c’erano, oltre al presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, gli assessori all’Ambiente dell’Emilia Paola Gazzolo, del Piemonte Alberto Valmaggia, della Lombardia Claudia Maria Terzi e del Veneto Gianpaolo Bottacin.
“Quello di oggi – spiega Gazzolo – è un passo molto importante, perché l’accordo del 2013 si rafforzerà non solo con le azioni già definite a livello tecnico in questi anni, ma anche con la definizione di misure comuni per il bacino padano”.
In sostanza all’orizzonte c’è un unico piano anti-smog per le quattro grandi regioni del nord Italia. “E’ quello a cui stiamo lavorando”, conferma Valmaggia. Al ministero, che lo scorso anno ha messo in campo un centinaio di milioni di euro per la lotta all’inquinamento dell’aria, spetterà un ruolo di sostegno alle iniziative comuni. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna l’obiettivo è ridurre all’1% la popolazione esposta e abbattere le 35 giornate di sforamento sulle Pm10 entro il 2020. Una prova non facile, visto che in neanche un mese del 2017 sono già una ventina le giornate di sforamento nelle province più inquinate.
Ai dubbi sollevati da Legambiente, che anche questa mattina durante il presidio in Regione ha puntato il dito sul fatto che si continuano a costruire grandi infrastrutture stradali, il ministro Galletti ha replicato sottolineando che “l’inversione di tendenza c’è. Poi è chiaro che i risultati non si vedono in due anni”.
L’associazione ambientalista fa quindi notare che per bloccare lo smog è fondamentale intervenire sulle altre fonti di inquinamento, il settore industriale e quello energetico . Per Legambiente occorre dare priorità a strumenti come l’Aia e applicare le migliori tecnologie per ridurre le emissioni delle industrie; prevedere programmi di innovazione e riconversione rispetto alle tecnologie e alle lavorazioni maggiormente inquinanti; dotarsi di sistemi di monitoraggio in continuo da installare sui camini e sulle fonti emissive, in modo da avere costantemente un quadro sulle concentrazioni delle sostanze inquinanti che vengono emesse in atmosfera e, nel caso, prendere gli adeguati provvedimenti per la qualità dell’aria e la tutela delle persone.
“Se non si inverte la tendenza rispetto agli investimenti per le strade a favore del trasporto pubblico e del ferro anche i migliori piani sull’aria possono fare poco – sottolinea il presidente regionale di Legambiente, Lorenzo Frattini – Quello dell’Emilia-Romagna a noi piace ma vogliamo sia applicato velocemente”.
“I punti proposti da Legambiente per arginare il problema smog – ha aggiunto la lombarda Claudia Maria Terzi – sono già presenti nei nostri “piani aria”. Ma purtroppo non c’è un’unica azione che può risolvere celermente il problema della qualità dell’aria”.