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AttualitàEXPO 2015

Expo: conferenza su questione “lago Ciad”

Si terrò ad ottobre, promossa dal CNR in collaborazione con la Cia. Oggi a Roma all’Accademia Nazionale delle Scienze incontro scientifico pubblico come prima tappa di avvicinamento all’evento. E’ intervenuto anche il presidente della Cia, Dino Scanavino.

lago-ciad

L’esaurimento della grande risorsa di acqua dolce del lago Ciad mette a rischio la vita di decine di milioni di persone che vivono nell’area del Sahel, la cui sopravvivenza è strettamente legata alla vita del lago. Se non contrastato rapidamente in modo efficace, l’inaridimento del lago provocherà una crisi ecologica, economica ed umana di proporzioni preoccupanti, aggravando il già fragile equilibrio geopolitico della regione e mettendo a rischio la pace e la sicurezza dell’intera area. La questione e le prospettive di soluzione dei problemi del lago Ciad saranno oggetto di una conferenza internazionale organizzata dal CNR nel contesto di EXPO MILANO 2015, il 14 ottobre 2015 presso il “Padiglione Italia”. Come tappa di avvicinamento e di sensibilizzazione a questo evento, e per proporre un primo approfondimento dei temi che saranno affrontati nella conferenza di EXPO, Oggi si è tenuto, presso la sede dell’Accademia Nazionale delle Scienze in Roma, un incontro scientifico pubblico. In tale incontro – organizzato dal CNR-ISGI (Istituto di Studi Giuridici Internazionali) e dall’Accademia Nazionale delle Scienze – è stata illustrata la situazione del Lago Ciad e le cause probabili dell’inaridimento, nonché gli interventi suggeriti dalle conoscenze scientifico-tecnologiche per tentare una rivitalizzazione del lago, dando conto delle iniziative e dei progetti di cooperazione internazionale che si stanno attualmente occupando del problema. All’interno del progetto entra a pieno titolo l’impegno della Cia-Confederazione italiana agricoltori che proprio con il CNR  ha stipulato un accordo che prevede anche una forte collaborazione sulla questione del “Lago Ciad”. “Come noto, infatti, -ha evidenziato il presidente della Cia Scanavino nel corso dell’incontro- questo lago è il quarto bacino africano, e dalle sue riserve d’acqua dipende l’economia di tutta la regione del Sahel, ovvero la sopravvivenza e lo sviluppo economico di oltre 30 milioni di persone.  Il lago, posto a cavallo fra Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, era una delle maggiori riserve d’acqua dolce del mondo, svolgeva un’azione mitigatrice sul clima della regione e dava sostentamento alle persone che vivevano nell’area, sia con le risorse idriche, sia con agricoltura, pesca e pastorizia. Da anni, tuttavia, è in corso un processo d’inaridimento: la portata del lago rappresenta oggi circa un decimo di quella che era cinquant’anni fa. Una situazione dovuta al cambiamento climatico, al non corretto sfruttamento del lago e dei suoi affluenti ed al consistente aumento di popolazione: il lago Ciad, oggi, è sottoposto ad un serio rischio di scomparsa”.

Nel 1963 -è stato detto nel corso dell’incontro- occupava 25.000 chilometri quadrati, oggi soltanto 2.000 e la portata dei due grandi fiumi che lo alimentano, il Chari e il Kamadougou-Yobe, si affievolisce a ogni stagione. Tale riduzione è l’effetto dei cambiamenti climatici che insistono su questa regione dell’Africa, ma anche dello sconsiderato depredamento umano di una risorsa così fondamentale per la vita umana, animale e vegetale.

ll suo progressivo inaridimento rischia di provocare una catastrofe ambientale, ecologica e umana di enormi dimensioni, causando anche una crisi economica e geopolitica che interesserà una vasta area e che avrà senza dubbio influenza anche sulle ondate migratorie già in atto e dirette verso l’Europa.

Per cercare di invertire la tendenza ed evitare la scomparsa del lago, i paesi coinvolti, assieme a scienziati, università, organizzazioni internazionali e fondazioni di diversi paesi hanno istituito la Commissione per il lago Ciad, redigendo un piano quinquennale che prevede non solo la realizzazione di imponenti opere idrauliche, ma anche interventi di adattamento e miglioramento dell’agricoltura, della zootecnia, delle tecniche di irrigazione e azioni a favore dell’organizzazione del lavoro e della produzione.

C’è bisogno di risorse idriche. Potrebbe essere possibile rivitalizzare il Ciad deviando le acque di alcuni affluenti del fiume Congo, ma è un’operazione complessa e che va fatta con criterio.

Inoltre, le terre coltivabili emerse come risultato del progressivo asciugamento del lago sono molto fertili e ben utilizzate per l’agricoltura, quindi sommergerle potrebbe rappresentare un ulteriore problema.

Ci sono buone potenzialità per la rivitalizzazione del lago Ciad. Esistono alcuni contrasti tra i paesi confinanti, che però riguardano solo marginalmente il lago. Sull’aspetto della sua rivitalizzazione a fini agricoli c’è grande disponibilità a collaborare, anche se ce n’è meno rispetto all’ipotesi di usarlo anche per la produzione di energia.

Il ruolo dell’Europa e dei paesi europei è cruciale, non solo per lo sviluppo dell’Africa, ma anche per ridimensionare la crescente presenza cinese che si manifesta con la realizzazione di grandi opere a fronte di un imponente land grabbing, un pericoloso accaparramento di terre che rischia di avere pesanti conseguenze per le popolazioni locali e le economie di intere regioni.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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