Embargo russo, nuovo stop è ulteriore colpo ad agroalimentare europeo e italiano. Serve una soluzione politico-diplomatica
La Cia commenta la notizia dell’estensione dello stop da parte di Mosca anche a farine animali, grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati bovini e suini comunitari per la presunta presenza di sostanze non ammesse. Necessarie nuove risorse, anche non agricole, per fronteggiare l’emergenza: l’export agroalimentare europeo in Russia “vale” 12 miliardi l’anno.
Un nuovo colpo al settore agroalimentare europeo e italiano, che rende la situazione sempre più insostenibile, visto che l’embargo russo ha già generato una grave perdita economica e di accesso al mercato di centinaia di milioni di euro per le produzioni lattiero-casearie, ortofrutticole e zootecniche. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito alla notizia dell’estensione dello stop russo anche a farine animali, grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati bovini e suini comunitari per la presunta presenza di sostanze non ammesse.
E’ chiaro che le istituzioni devono attivare tutte le iniziative politico-diplomatiche necessarie e utili a risolvere la situazione, che sta diventando oltremodo pesante in primis per le produzioni agricole -osserva la Cia-. L’Europa, infatti, esporta ogni anno in Russia 12 miliardi di prodotti agroalimentari, di cui il 17 per cento è costituito dall’ortofrutta fresca. L’Italia esporta per un valore di 700 milioni di euro, di cui l’ortofrutta rappresenta il 10,50 per cento.
Contemporaneamente -aggiunge la Cia- è sempre più evidente che la Commissione europea deve intervenire per stanziare risorse aggiuntive, utilizzando anche fondi non agricoli, per far fronte all’emergenza e sostenere i produttori colpiti, tanto più che il blocco delle importazioni dalla Russia non si configura né come una crisi di mercato né come un surplus produttivo, ma è la conseguenza di scelte di politica estera che non possono essere affrontate soltanto con gli strumenti messi a disposizione dalla Pac.