venerdì, Novembre 22, 2024
Cultura del Cibo

Eccellenze territoriali che formano una squadra vincente

Cipolla Bianca di Margherita IGP e Pecorino Romano DOP insieme per rafforzare il legame tra le imprese e creare un’immagine del made in Italy sempre più forte

Ci sono prodotti che per raccontarli non basterebbe una vita tanta è la ricchezza d’informazioni tramandate di generazione in generazione, in cui ad essere narrate sono le storie di popoli che proprio grazie alla fatica consumata nei campi e al fare artigiano hanno determinato l’affermazione e la fortuna di interi territori.

 È questo il caso della Cipolla Bianca Di Margherita IGP e del Pecorino Romano DOP; due eccellenze fortemente identitarie che, forti del marchio di certificazione europeo, puntano ora a fare squadra per favorirne una maggiore conoscenza, stimolarne il consumo e soprattutto le economie di mercato.

A far da palcoscenico a questo matrimonio tra le due produzioni iconiche che rappresentano un vero punto di forza dell’Italia a tavola più vera e autentica, l’Orecchietteria aperta a Roma dall’attore Lino Banfi.

Testimoni d’eccezione: il direttore di Origin Italia Mauro Rosati, il presidente del Consorzio di Tutela Pecorino Romano DOP Gianni Maoddi, l’agronomo Ruggiero Piazzolla e il promotore per il riconoscimento della Cipolla Bianca di Margherita IGP Antonio Giannino

Cibi poveri ma eccellenti, dalle caratteristiche uniche e inconfondibili, esaltati per l’occasione dagli chef Salvatore Riontino e Gianluca De Marco con un menu tutto dedicato alla cucina pugliese.

Particolarità della Cipolla Bianca di Margherita IGP è che viene prodotta nelle sabbie del Mar Adriatico, a sud del Gargano, in una zona di elevato interesse ambientale, tutelata da una convenzione internazionale (Ramsar 1979), nei territori compresi tra Margherita di Savoia (Bat), Zapponeta (Fg) e Manfredonia (Fg). Una squisitezza dolce, tenera e croccante, diffusa tra i salinari (così amano definirsi gli abitanti di Margherita di Savoia), già dal 1700.

Il Pecorino Romano DOP trae invece origine per il 95% dagli incontaminati pascoli della Sardegna, per la parte restante dal Lazio e dalla provincia di Grosseto, in Toscana. È il formaggio di latte di pecora DOP più importante in assoluto, sia in termini quantitativi che di valore generato. Antichissimo, ne parlava già lo scrittore romano Columella nel I secolo d.C. Nel sistema delle DOP rappresenta il 52% dei prodotti derivanti dal latte ovino nell’UE e l’85% in Italia. Il Consorzio che lo tutela è stato istituito a novembre 1979 Per essere definito tale, il pecorino romano DOP deve essere realizzato solo con latte intero di pecora, sale, caglio ed avere almeno 150 giorni di stagionatura

Autore

  • Giornalista agricola ed enogastronomica, ha collaborato per lunghi anni con i quotidiani nazionali “Libero” e “Il Tempo” ed attualmente è vicepresidente dell’Arga Lazio (l’Associazione regionale Giornalisti Agricoltura, Alimentazione, Ambiente, Territorio, Energie: Gruppo di specializzazione della Associazione Stampa Romana-FNSI). Fondatrice e presidente dell’Associazione “Agroalimentare in Rosa”, è organizzatrice di grandi eventi e direttrice tecnica e scientifica di numerose manifestazioni volte alla valorizzazione dei giacimenti agro-culturali italiani. Dal 2020 è vicepresidente nazionale di Confassociazioni Tourism Food Hospitality con delega alla Comunicazione ed Eventi. Dal 2013 è tra i promotori ed organizzatori del Festival Cerealia.

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