“Donne in Campo” fanno rivivere con Vadana Shiwa la cerimonia della Grande Madre
Nel giorno dell’inaugurazione del Biodiversity Park sono stati messi a dimora semi rari provenienti da tutta Italia. Per la Cia: “E’ la dimostrazione che nelle mani delle donne c’è il futuro dell’agricoltura per nutrire il pianeta e dare energia alla vita”
L’agricoltura approda all’Expo con Donne in Campo della Cia. Sono loro ad accompagnare Vandana Shiwa in una cerimonia che è al contempo simbolica e rituale (l’inaugurazione del Bidiversity Park, l’area che narra al mondo l’immenso patrimonio naturale dell’Italia.
Un patrimonio che consente oggi all’agricoltura italiana e alle imprese aderenti alla Cia di detenere il primato europeo delle coltivazioni biologiche.
Il Biodiversity Park realizzato da Bolognafiere e di cui la Confederazione Italiana Agricoltori è main partner si articola in un percorso sensoriale emozionale didattico in cui è rappresentata tutta la flora italiana (ricordiamo che l’Italia con un trentesimo della superficie europea detiene il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale) , in un museo della biodiversità e in uno shopping center dove i visitatori dell’Expo possono acquistare i prodotti biologici e farne esperienza di degustazione.
La cerimonia di inaugurazione del Biodiversity Park di oggi ha visto la partecipazione di Duccio Campagnoli, Presidente BolognaFiere – Paolo Carnemolla, Presidente FederBio – Cinzia Pagni, Vice presidente Vicario Cia-Confederazione Italiana Agricoltori – Fabio Brescacin, Presidente EcorNaturaSì – Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero – Charikleia Minotou, Presidente Ifoam Agriobiomediterraneo – Andrea Olivero, Vice Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali con delega all’Agricoltura Biologica.
A seguire si è svolta la “Cerimonia dei semi”. Ed è stata questa l’occasione per ripercorrere un rito antico e riaffermare l’origine della sacralità dell’agricoltura. Si ripete quattromila anni dopo la celebrazione della Grande Madre in un contesto di assoluta contemporaneità qual è l’Expo a significare che l’agricoltura è il filo di continuità dell’esistenza e dell’evoluzione dell’uomo in rapporto con la natura. Vandana Shiwa Presidente Navdanya International “Il Manifesto Terra Viva e l ’Agricoltura Biologica” dopo la sua prolusione incentrata sul tema “La biodiversità nelle mani delle donne” ha messo a dimora nella terra del Biodiversity Park alcuni semi rari. Con lei ci saranno le Donne in Campo della Cia. Saranno Mara Longhin Presidente Nazionale di Donne in Campo Cia, Serena Giudici Coordinatrice Nazionale, Barbara Fidanza Presidente Donne in Campo Liguria, Renata Lovati Presidente Donne in Campo della Lombardia e Chiara Nicolosi Coordinatrice della Lombardia, Daniela Vannelli Vice Presidente di Donnei n Campo della Toscana e Anna Maria Dini Coordinatrice Toscana, Pina Terenzi Presidente di Donne in Campo del Lazio, Gea Turco Presidente di Donne in Campo della Sicilia e Mara Baldo Presidente di Donne in Campo Trentino a mettere a dimora semi che arrivano dalle loro regioni. Questa cerimonia collettiva ha inteso mettere in luce come alle donne sia affidato il futuro dell’agricoltura sostenibile in un segno di continuità con il passato.
Come sottolinea la Cia, “Questa è l’occasione per far risaltare il protagonismo delle imprenditrici agricole. L’agricoltura è il settore dove le donne trovano maggiore spazio per fare impresa ma sappiamo anche che l’impresa al femminile è quella che produce maggiore valore aggiunto e contemporaneamente che ha cicli produttivi più sostenibili. Le nostre “Donne in Campo” sono oggi al vertice delle Fattorie didattiche, degli Agriturismo, ma anche al vertice delle imprese più fortemente orientate al biologico, alla difesa delle colture rare, alla promozione e valorizzaione dell’agricoltura multiruolo e dell’agricoltura custode.Ripetere all’Expo il rito della emina è il gesto atraverso il quale rivendicare che la fertiità, la vita, il rapporto con il naturale sono nelle mani delle donne e si coltivano con le mani delle donne. E il frutto di questo lavoro è un futuro più armonico per l’umanità. L’Expo si è datta per paroa dordine “nurire il pianeta energie per la vita” ebbene domani nell’area del Biodiversity Park si compe il più autentico degli atti che servono proprio a questo: il mettere a dimora da parte delle donne nuova vita che è la perpetuazione della vita stessa”.
Ma la cerimonia di cui sono protagoniste Donne in Campo insieme con Vidana Shiwa è stata anche l’occasione per rivendicare la centralità dell’impresa femminile in agricoltura. Basti dire che ben il 9% delle imprenditrici, infatti, opera nel settore primario, a fronte di una quota che tra gli uomini si ferma 6,6%.. Anche negli anni della crisi il trend di nuove imprese agricole avviate da donne è crescente: sono aumentata in cinque anni di quasi il 13 per cento compensando gli abbandoni. E vi è una particolarità: le imprese condotte da donne sono le più creative, quelle dove i criteri gestionali sono più manageriali. Il tratto di marcata modernità delle imprese agricole femminili è dato dalla spiccata multifunzionalità. In particolare, la multifunzionalità si concretizza nelle aziende gestite dalle donne in alcuni ben precisi ambiti, specialmente quelli più innovativi per il settore, come ad esempio le fattorie didattiche (fatte 100 le imprese agricole con fattorie didattiche annesse, 33,6 hanno un capo azienda donna), gli agriturismi (32,3), le attività ricreative e sociali (31,1) e la prima trasformazione dei prodotti vegetali (29,2), mentre non è affatto radicata la tendenza a svolgere lavoro per conto terzi (7,8), sistemazione di parchi e giardini (11,1) o produzione di energie rinnovabili (16,3). La produzione media dell’impresa agricola condotta da una donna risulta superiore a quella facente capo ad un uomo (28 mila e 500 euro nel 2011 contro circa 24 mila e 800 euro); ma lo scarto aumenta vertiginosamente se si considerano le aziende multifunzionali.
In conclusione l’agricoltura al femminile produce più valore, è multifunzionale, è innovativa, è orientata al bio e a tutto tondo esprime il valore dell’agricoltura custode. Esattamente quel valore che è rappresentato in Expo dal Biodiversity Park.