Agrinsieme, Ricerca e innovazione sempre più strategici per il futuro del settore
Il coordinatore del raggruppamento che riunisce Cia,Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari Dino Scanavino, a Verona, interviene alla presentazione del Crea
Le trasformazioni che hanno caratterizzato il processo socio economico degli ultimi anni sono state straordinariamente importanti e rapide. I cambiamenti climatici, la crescita della domanda alimentare rispetto alle capacità di offerta di cibo, la crisi energetica e la scarsità di risorse naturali rappresentano grandi temi rispetto ai quali il ruolo del settore agroalimentare è diventato sempre più strategico. Così il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, ha esordito durante il suo intervento alla tavola rotonda “Ricerca e innovazione nel sistema agroalimentare italiano” svoltasi oggi a Verona in occasione della presentazione del nuovo “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi economica agraria -Crea”. Per rispondere a queste sfide globali, la risposta dovrebbe provenire da un incremento della produttività e delle rese agricole. Ma nel momento in cui terra e acqua sono sempre più scarsi e i condizionamenti del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale incidono con forza sempre maggiore sull’attività agricola, ecco che l’innovazione e la ricerca in agricoltura saranno elementi sempre più determinanti per il futuro del settore e, più in generale, della nostra società.
La sfida che le imprese agricole dovranno raccogliere nei prossimi anni -ha continuato Scanavino- sarà quella di produrre di più e meglio, inquinando meno. Una sfida, rispetto alla quale, gli investimenti nella ricerca e nelle innovazioni organizzative e di processo, dovranno portare un contributo importante agevolando, di pari passo, la costruzione un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale ed efficiente sotto il profilo delle risorse. In tale contesto, la contrazione degli investimenti pubblici in ricerca agricola che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi decenni, non rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro. Al contrario, il ruolo dell’intervento pubblico nella ricerca diventerà sempre più importante per il futuro del settore agroalimentare. Lungo questa prospettiva il nuovo Ente di ricerca -che unisce sotto un’unica veste le competenze “tecniche” a quelle di carattere economico agrario- rappresenta un’importante novità nel panorama scientifico nazionale. L’accorpamento dei due precedenti istituti Cra e Inea in unico ente, introduce altresì quell’elemento di semplificazione necessario a valorizzare le attività di ricerca in campo agricolo e ad evitare quella sovrapposizione di iniziative che, spesso in passato, ha finito con l’appesantire il sistema di diffusione delle conoscenze scientifiche. Positiva, infine la volontà espressa da parte del Crea di voler coinvolgere più attivamente i portatori di interesse nelle attività di pianificazione e definizione dei processi di ricerca. Soltanto con il protagonismo diretto degli agricoltori, e con le loro associazioni di rappresentanza coinvolte nell’analisi dei fabbisogni e a svolgere il ruolo di divulgazione dei risultati -ha concluso Scanavino- le attività di ricerca riusciranno a fornire risposte importanti alle sfide future del settore agroalimentare.